Dopo una battaglia legale durata quindici anni, il governo è stato condannato a risarcire con 339.600 euro Jane Mifsud, farmacista che ha atteso invano l’autorizzazione per aprire un punto vendita a Burmarrad.
La vicenda ha avuto origine nel 2007, quando Mifsud e il marito ottennero i permessi edilizi per realizzare una farmacia in una zona allora sprovvista del servizio. Tuttavia, nonostante il via libera della Planning Authority e il parere favorevole del difensore civico, la licenza fu bloccata dalla Sovrintendenza alla Sanità Pubblica, secondo cui Burmarrad non sarebbe stato un Comune sufficientemente vasto da giustificare la presenza di una farmacia.
Dopo anni di ricorsi – e con la modifica delle leggi – nel 2022 la Corte Civile stabilì che Burmarrad poteva essere considerata a tutti gli effetti una “città” e dispose di completare la pratica istruttoria entro due mesi dalla sentenza. La licenza fu effettivamente concessa nel marzo dell’anno successivo, ma nel frattempo un’altra farmacia aveva già ottenuto l’autorizzazione nella stessa area. Circostanza che, secondo il tribunale, avrebbe ridotto i margini di guadagno stimati per quella di Mifsud ed indicati dalla donna nell’importo risarcitorio e che, per questo motivo, sono stati ridimensionati.
Durante il secondo grado di giudizio, la Corte ha riconosciuto che la farmacista ha subito un danno economico per il mancato esercizio dell’attività quantificato in 339.600 euro sulla base di una perizia tecnica, cifra che la Sovrintendenza alla Sanità Pubblica dovrà risarcire, insieme alle spese processuali.
(immagine di repertorio)
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