Il Ministero della Salute e dell’Anzianità Attiva ha avviato una consultazione pubblica che potrebbe segnare una svolta decisiva nella legislazione in materia di donazione degli organi. L’iniziativa mira a introdurre la possibilità di donare anche dopo la morte per arresto cardiocircolatorio, un cambiamento che – secondo le stime – potrebbe aumentare i trapianti del 40-50%.
Ad annunciare l’iniziativa è stato il ministro Jo Etienne Abela, che ha definito la riforma «un atto di responsabilità verso la qualità della vita e la solidarietà nazionale». Finora, infatti, le donazioni sono state possibili soltanto nei casi in cui subentra la morte cerebrale, condizione che limita in maniera significativa il numero di potenziali donatori.
Il disegno di legge in consultazione interviene sull’Articolo 12(1) del quadro normativo vigente e introduce l’ampliamento delle condizioni in cui è possibile dichiarare l’idoneità alla donazione. La modifica prevede che l’accertamento della morte possa avvenire non solo tramite criteri neurologici, ma anche attraverso quelli cardiocircolatori verificati da un medico.
Una distinzione che, dal punto di vista clinico, consente di aumentare in modo significativo il numero di organi, tessuti o cellule disponibili per i trapianti, salvando più vite e riducendo le liste d’attesa. «Con questa riforma possiamo imprimere un’accelerazione decisiva al sistema dei trapianti che donano nuova vita», ha ribadito Abela.
Il ministro ha sottolineato il carattere “storico” della collaborazione che ha portato alla consultazione: esponenti dei due principali partiti e rappresentanti della Chiesa cattolica hanno lavorato al fianco del Ministero per definire i contorni della proposta. Tra i contributori figurano il deputato Ivan Bartolo, l’arcivescovo di Malta Charles J. Scicluna e il vescovo di Gozo Anton Teuma.
«Questa è una dimostrazione di solidarietà e unità. (..) Stiamo assistendo a una maturità politica potenzialmente rivoluzionaria: quando si parla di salute e di vite umane, le differenze si mettono da parte», ha aggiunto Abela. «Ora chiediamo al pubblico di partecipare. Insieme possiamo fare davvero la differenza nella vita delle persone».
La consultazione pubblica rappresenta, nelle intenzioni del governo, non solo un momento tecnico ma anche un’occasione di dialogo con i cittadini su un tema etico e sociale di estrema importanza. Il messaggio scelto dal Ministero per accompagnare la campagna è semplice e diretto: “Con una sola firma puoi salvare fino a nove vite”.
(photo credits: DOI / Clifton Fenech)
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