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Coronavirus – Come cambia la vita degli italiani a Malta: gli autisti di Transport Malta

L'inchiesta a puntate su come l'epidemia ha cambiato la vita dei nostri connazionali a Malta

di Maria Grazia Strano
7 Maggio 2020
in Attualità
Tempo di lettura:3 mins read
0

I sindacati ci hanno detto: «Siamo a Malta, non sperate nel governo». L’accorata testimonianza di due autisti di Transport Malta sugli effetti del Coronavirus nella loro vita lavorativa, e non solo.

Continua l’inchiesta a puntate del Corriere di Malta, con una serie di interviste ai lavoratori italiani impiegati in diversi settori, qui nell’arcipelago maltese.


Preferiscono mantenere l’anonimato due autisti di Transport Malta nel raccontarci come è cambiata la loro vita a causa del Coronavirus. Entrambi residenti sull’isola da cinque anni, sono impiegati part-time presso l’azienda. Dalle loro parole traspare una profonda preoccupazione per la vacillante sicurezza, non solo economica, propria e dei colleghi.

Che cosa è cambiato nel tuo lavoro dal 7 marzo 2020?

Il nostro lavoro è cambiato, non dal 7, ma dal 16 marzo 2020. Nel pomeriggio, riceviamo una telefonata dal supervisore del deposito di Floriana, il quale ci comunica che dal giorno successivo, il 17 marzo 2020, saremmo stati sospesi dal lavoro e quindi di non tenere più conto del roster lavorativo poiché la compagnia avrebbe dovuto ridurre le corse. La precedenza lavorativa andava adesso a chi lavorava full-time.

Cosa ne pensi delle misure prese dal Governo maltese in generale e in particolare nel tuo settore?

Prima del 17 marzo, lavorando in giro per le strade di Malta, vedevamo la gente che per andare in banca, in farmacia o in altre attività si metteva in fila, per mantenere le distanze di sicurezza. Perché allora negli autobus, in uno spazio di nemmeno 20 metri quadrati, potevano starci dalle dalle 30 alle 45 persone e tra l’altro vicinissime? Forse nei bus il virus non attacca i passeggeri e nei locali pubblici sì? Crediamo che, visto che gli autobus sono mezzi pubblici e finanziati dal governo, sin da subito avrebbero dovuto mettere in sicurezza gli autisti. Ma forse noi autisti siamo carne da macello al contrario di tutto il personale degli uffici della compagnia che sono stati messi in sicurezza con tutte le precauzioni del caso. Solo adesso, passati due mesi, stanno (forse) fornendo le mascherine agli autisti.

Quali sono le conseguenze economiche ed emotive che hai subito a causa di queste misure?

Fino ad oggi non abbiamo percepito nessun sussidio da parte del Governo e nessuna premura o interesse da parte dell’azienda nel ricollocarci al lavoro. Immaginate il nostro stato emotivo e soprattutto economico.
Insieme ad altri colleghi ci siamo recati dai sindacati, i quali ci hanno detto letteralmente: «Siamo a Malta non sperate tanto dal Governo maltese». Siamo ovviamente andati anche negli uffici della compagnia chiedendo di darci la possibilità di fare qualche giorno di lavoro e abbiamo pure chiesto se erano a conoscenza degli aiuti finanziari forniti dalla stato. All’inizio ci hanno risposto che non sapevano niente e che si sarebbero informati, dopo una decina di giorni, ci hanno comunicato che se avessimo pagato la National Insurance, il Governo ci avrebbe garantito un sussidio (un sussidio che prende come aiuto la compagnia e che a sua volta dovrebbe arrivare a noi autisti). Ad oggi, nessuno di noi ha ricevuto niente né dalla compagnia e né dallo stato. Come può andare avanti una famiglia in questo modo?

Inoltre noi lavoratori part-time siamo visti come quelli che vanno a rubare il lavoro ai full-time. Alcuni colleghi full-time e un membro del sindacato hanno addirittura detto che la compagnia faceva bene a non darci il lavoro e a mantenere solo i lavoratori full-time: sono stati davvero discriminanti nei nostri confronti.

Quando pensi che, nel tuo settore, si possa tornare alla normalità?

Tornare alla normalità, vista la situazione mondiale, non credo sia un avvenimento a breve termine. Tra un anno, se tutto va bene. La compagnia ovviamente non vede l’ora di tornare alla normalità così da riavere i suoi incassi. Quando il virus sarà sconfitto la compagnia dovrebbe tener attive molte delle norme adottate in questo momento di emergenza: non permettere che gli autobus siano pieni come scatole di sardine, non portare gli autisti a fare overtime oltre le normali ore di guida europee, proibendo turni di 14/16 ore al giorno che mettono in pericolo  la vita dell’autista e dei passeggeri.

Pensi che il Governo avrebbe dovuto o dovrebbe fare qualcosa in più per sostenere il tuo settore?

Il Governo maltese, nel senso pratico,  avrebbe dovuto accelerare la liquidità di questi sussidi ed eliminare o ridurre al minimo il processo burocratico.
LEGGI TUTTE LE PUNTATE DELL’INCHIESTA – Italiani a Malta ai tempi del Coronavirus
Tags: autisticoronavirusItaliani a Malta ai tempi del CoronavirusLavoroMalta Public Transport
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