MIDI plc ha sottoscritto un accordo preliminare di vendita per la cessione dell’enfiteusi residua su Fort Tigné, storico complesso situato a Tigné Point, a Sliema, alla J. Portelli Projects Ltd, società riconducibile al magnate dell’edilizia Joseph Portelli. Il valore complessivo dell’operazione è pari a 2,5 milioni di euro.
L’intesa, firmata il 16 dicembre, riguarda l’intero compendio immobiliare: il forte settecentesco, le aree circostanti e una zona di servizio al livello interrato collegata al parcheggio di Tigné Point. L’operazione è stata comunicata da MIDI attraverso una nota ufficiale pubblicata nei giorni scorsi.
Il perfezionamento della cessione resta subordinato al rispetto di una serie di condizioni contrattuali e, qualora non dovessero essere soddisfatte entro il 30 aprile 2026, l’accordo preliminare decadrà automaticamente, senza effetti per le parti.
MIDI ha precisato che Fort Tigné non è attualmente utilizzato per attività operative e non produce reddito. I proventi derivanti dalla cessione saranno destinati alla riduzione dell’esposizione finanziaria della società, in particolare al rimborso di un prestito obbligazionario da 50 milioni di euro, in scadenza nel luglio 2026.
Dal punto di vista giuridico, l’operazione comporta il trasferimento del periodo residuo di un’enfiteusi temporanea di 99 anni, originariamente concessa dallo Stato a MIDI nell’ambito del progetto di sviluppo di Tigné Point. Con il completamento della transazione, J. Portelli Projects subentrerà nei diritti ancora in essere sul sito.
La società acquirente sembra aver l’intenzione di avviare un intervento di riqualificazione volto a convertire il complesso in una struttura alberghiera di lusso a bassa densità, limitando al minimo l’impatto visivo e ambientale nel rispetto dell’identità storica del forte. La decisione di procedere alla cessione arriva dopo i lavori di restauro recentemente completati da MIDI, che in precedenza aveva valutato l’utilizzo del sito come spazio destinato ad attività culturali e commerciali.
Alla notizia dell’accordo ha tuttavia fatto seguito una dura presa di posizione di varie organizzazioni, tra cui Fondazzjoni Wirt Artna, che si è detta «seriamente allarmata» dall’ipotesi di una trasformazione in struttura ricettiva. FWA ha ricordato come il forte sia rimasto inutilizzato e in stato di abbandono per oltre un decennio, nonostante i lavori di restauro effettuati da MIDI nell’ambito degli obblighi di pianificazione legati allo sviluppo di Tigné Point.
Secondo la fondazione, l’assegnazione di una funzione sostenibile e compatibile con il valore storico e architettonico del complesso faceva parte degli impegni originari del progetto e resta una priorità imprescindibile. Pur riconoscendo che in altri contesti internazionali fortificazioni storiche siano state riconvertite con successo in alberghi, FWA sottolinea come le dimensioni ridotte e la particolare configurazione interna di Fort Tigné rendano problematica tale destinazione d’uso senza il rischio di nuove edificazioni, che dovrebbero invece essere evitate.
L’associazione ha inoltre criticato le trasformazioni già avvenute nell’area, definendo «vergognosa» la presenza di un ristorante panoramico sul glacis del forte, quando l’intero complesso avrebbe dovuto rimanere libero da interventi considerati incompatibili e «di basso livello» con il contesto storico.
Costruito tra il 1793 e il 1795 dall’Ordine Ospedaliero di San Giovanni, Fort Tigné rappresenta l’ultima grande opera del sistema difensivo realizzata dall’Ordine prima della sua espulsione da Malta. La sua architettura, testimonianza del passaggio dalle fortificazioni a stella a quelle pentagonali, lo rende un unicum nel panorama locale, con un valore storico e monumentale di primo piano. Fondazzjoni Wirt Artna ricorda infine che Fort Tigné è classificato come monumento di grado I e rientra nella candidatura attualmente presentata da Malta per l’inclusione delle fortificazioni dell’Ordine di San Giovanni nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Secondo l’organizzazione, una riconversione impropria del sito rischierebbe di compromettere anni di lavoro e di indebolire il percorso di candidatura.
La fondazione auspica quindi che il forte venga restituito a una funzione di attrazione storico-culturale, con la trasformazione delle aree aperte circostanti in spazi verdi pubblici, in una zona – quella di Sliema – ormai fortemente urbanizzata e carente di aree di respiro, sulla scia di quanto annunciato dal governo per il progetto di Manoel Island.
(photo credits: MIDI)
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