È stato ufficialmente inaugurato nei giorni scorsi a Buskett il Centro interattivo per la Viticoltura e l’Enologia, un progetto promosso dal Ministero dell’Agricoltura, la Pesca e i Diritti degli Animali, guidato dal ministro Anton Refalo, che ha presenziato alla cerimonia di apertura.
Il centro nasce all’interno di un edificio storico completamente restaurato, e rappresenta oggi un museo didattico e tecnologicamente avanzato dedicato alla storia, alla scienza e alla cultura della viticoltura maltese. Disposto su mezzo ettaro di terreno, il complesso comprende una cantina, un laboratorio per le analisi fisico-chimiche del vino e una piccola vigna dimostrativa, offrendo così un’esperienza completa e immersiva a studenti, agricoltori, appassionati ed esperti del settore.
Il progetto è stato realizzato in due fasi, con un investimento complessivo superiore ai 225.000 euro, puntando a coniugare la valorizzazione della cultura con l’aspetto scientifico e didattico. Il museo interattivo ospita una ricca sezione dedicata ai vitigni autoctoni di Malta, alla storia della produzione vinicola sull’arcipelago e alle sfide del settore in chiave sostenibile e innovativa.
Particolare attenzione è rivolta a un’importante attività di ricerca attualmente in corso: lo studio di 17 varietà autoctone di vite maltese, raccolte in collaborazione con esperti italiani e già sottoposte a analisi del DNA per verificarne l’unicità. Le varietà vengono ora studiate da un punto di vista agronomico ed enologico, con l’obiettivo di essere registrate ufficialmente nel registro nazionale delle varietà, aprendo nuove possibilità per la qualità e la diversità del vino prodotto localmente.
Durante l’inaugurazione, il ministro Refalo ha sottolineato il valore strategico e simbolico dell’iniziativa: «Questo progetto è un chiaro esempio di come il tessuto culturale, l’ambiente naturale e la ricerca scientifica possano unirsi per creare spazi di apprendimento, sviluppo e apprezzamento di settori che rappresentano parte integrante della nostra identità agricola e culturale».
(photo credits: DOI)
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