![[RITROVATO] Scomparso un cittadino britannico di 56 anni: ricerche in corso](https://www.corrieredimalta.com/wp-content/uploads/2025/12/Graham-Laws-copia-75x75.jpg)
Jimmy Magro, ex segretario generale del Partito Laburista, è stato condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di corruzione, frode e traffico di influenze in relazione a un caso risalente al 2014. Il tribunale ha inoltre disposto per lui un’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La sentenza, pronunciata mercoledì, chiude un lungo iter giudiziario legato alla gestione di un appalto da 250.000 euro finanziato dall’Unione Europea per l’acquisto di attrezzature per la raccolta dei rifiuti, quando Magro ricopriva l’incarico di consulente speciale presso l’Associazione dei Consigli Locali (AKL) nonché quello di responsabile del progetto e membro della commissione giudicatrice.
Secondo l’accusa, Magro avrebbe tentato di orientare la gara d’appalto a favore di un determinato offerente, Victor Bonello, chiedendogli una tangente di 25.000 euro. Fu proprio lo stesso Bonello a denunciare l’accaduto alle autorità, rifiutandosi di pagare la somma.
Le prove esposte in tribunale, dicono i media locali, hanno incluso email inviate da Magro dal suo account Gmail personale in orari extra lavorativi, in cui parlava con l’offerente di una “occasione commerciale” sulla quale accordarsi, fornendo persino informazioni riservate su un altro concorrente.
Nonostante già nel 2018 la Commissione Permanente contro la Corruzione si fosse detta «moralmente convinta» che l’ex funzionario laburista avesse chiesto una tangente, le accuse penali formali vennero depositate solo nel 2020.
Magro, che ha sempre negato le contestazioni, è stato segretario generale del PL tra il 1991 e il 2003 e, negli anni seguenti, continuò a ricevere incarichi governativi, incluso quello presso Malta Enterprise. I suoi legali hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, pertanto la pena resterà sospesa fino alla conclusione del secondo grado di giudizio.
(immagine di archivio, luglio 2013, credits: DOI / Martin Attard)
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