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Chi ha aiutato l’assassino del fossato? Dove sono le parti mancanti del cadavere?

Del corpo che si presume essere di Charlene Farrugia mancano molte parti, e la macchina della donna non è mai stata trovata

di Dario Morgante
23 Luglio 2019
in Nera
Tempo di lettura:2 mins read
0

L’assassino del fossato è in carcere ma i misteri sulla morte di Charlene Farrugia permangono. Uno su tutti: chi ha aiutato l’assassino?

A pochi giorni dal ritrovamento di resti umani a Valletta sappiamo il nome del presunto assassino, John Paul Charles Woods, 39 anni, cittadino maltese nato in Gran Bretagna.

Sappiamo che è scappato da un reparto dell’ospedale Mount Carmel lo scorso lunedì 15 luglio, assieme a un altro paziente recluso. I due, una volta fuggiti, si sono separati. Woods si è subito recato a Gzira, dove ha tentato di rapinare un supermercato della catena Convenience, a Rue d’Argens. I due commessi indiani lo hanno chiuso all’interno e chiamato la polizia.

In evidente stato di alterazione, Woods ha apostrofato gli agenti arrivati per arrestarlo che lo stavano portando via per il crimine sbagliato. Che lui aveva fatto ben altro.

Ricondotto al Mount Carmel, ubriaco e drogato, alterato psichicamente, Woods avrebbe confessato ai medici il crimine commesso undici anni fa, l’omicidio della venticinquenne Charlene Farrugia. Brutalmente assassinata nel suo appartamento di St Paul’s Bay. Il corpo fatto a pezzi e poi nascosto in vari posti. La testa e gli arti sono stati rinvenuti in un fossato semi abbandonato di Valletta. La polizia è stata condotta sul luogo proprio da Woods. La scientifica sta analizzando il dna per avere la conferma che si tratti dei resti della ragazza scomparsa. Ma molti sono i misteri dietro questa storia di efferata cronaca nera.

Che rapporto c’era tra la vittima e l’assassino? Secondo il quotidiano Times of Malta i due erano stati assieme, lui era “l’ex fidanzato”. Solo “un amico” per la televisione di Stato TVM. Di sicuro Charlene era affetta dalla sindrome della crocerossina. Di mestiere era assistente per anziani malati. Secondo la sorella Noemi, che in questi anni non ha mai smesso di cercarla, Charlene si era allontanata dalla famiglia perché innamorata di un uomo con una lunga fedina penale. Un uomo che lei cercava di redimere, evidentemente.

Che fine ha fatto la macchina della vittima? Secondo la polizia la Toyota di Charlene è stata vista per l’ultima volta il 7 novembre 2008 a Valletta, quando le telecamere a circuito chiuso ne hanno registrato l’ingresso in città. Ma non ne è mai uscita. All’epoca presumevano che a guidarla fosse Charlene. Ma oggi la drammatica verità è che al volante c’era il suo assassino, Woods, che nascondeva nel bagagliaio parti del corpo della vittima. Ma dov’è la macchina? Chiusa in uno dei numerosi garage? Fatta sparire sul fondo del Grand Harbour?

E infine, la domanda più preoccupante: chi ha aiutato Woods? È credibile che un uomo dalla mente labile come la sua, che non riesce a rapinare i commessi di un supermercato, riesca a far sparire perfettamente ogni traccia di un corpo umano e di una macchina senza destare alcun sospetto? Non è credibile.

Il caso contro John Paul Charles Woods sta per essere imbastito dalla procura. L’uomo è ormai al sicuro nel carcere di Corradino, condannato per direttissima a sette anni per la rapina al supermercato. Ora deve rispondere ai misteri che circondano la sparizione e la morte di Charlene Farrugia. E fare i nomi di chi lo ha aiutato.

Tags: Charlene FarrugiaJohn Paul Charles WoodsTema CaldoValletta
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