Tre cittadini italiani residenti a Malta hanno ottenuto giustizia dopo che la Corte Costituzionale maltese ha stabilito che i loro diritti fondamentali sono stati violati. La sentenza è arrivata a seguito dell’esecuzione prolungata e ingiustificata di un provvedimento di congelamento dei beni imposto nel 2021, nonostante fossero stati assolti da tutte le accuse in Italia già nel 2022.
Vincenzo Cocozza, Simona de Giovanni e Umberto Cocozza – insieme alle loro società Assiservice Ltd e Assiservice Properties Ltd – avevano subito il blocco dei beni su richiesta delle autorità italiane nell’ambito di un’indagine per presunto riciclaggio di denaro. Tuttavia, la Corte Suprema ha successivamente assolto i tre da ogni accusa, smentendo la precedente decisione del tribunale di Napoli e dichiarando l’assenza di prove di illeciti.
Nonostante l’assoluzione, le autorità maltesi non hanno revocato l’ordinanza, lasciando di fatto bloccati i loro conti e beni per oltre tre anni. Nel settembre 2023, i tre italiani hanno quindi intrapreso un’azione legale davanti alla Prima Sezione della Corte Civile, lamentando l’inerzia delle istituzioni maltesi sulla mancata revoca della misura e l’assenza di un rimedio legale attraverso il quale poter contestare o modificare i provvedimenti di congelamento.
La Corte, ora, ha stabilito che la Procura Generale, insieme al Commissario di Polizia e all’Avvocatura dello Stato, hanno violato il diritto dei ricorrenti al “godimento pacifico delle proprie proprietà”, come sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Particolare attenzione è stata data al fatto che la legge maltese contro il riciclaggio di denaro attribuisce al procuratore un potere assoluto e non contestabile nella decisione di non revocare tali ordini di congelamento, senza che gli interessati possano appellarsi a un tribunale.
Nonostante i danni economici sostenuti dai tre italiani, che avevano richiesto oltre un milione di euro, la Corte ha stabilito un risarcimento di soli 5.000 euro, giudicando insufficiente la prova concreta del danno patrimoniale. Il compenso dovrà essere pagato congiuntamente dai tre convenuti statali.
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