Libertà su cauzione anche per i quattro giovani uomini accusati del clamoroso furto di circa 132 chili di cannabis da un container sigillato all’interno della base dell’AFM (Forze Armate maltesi) avvenuto lo scorso 23 febbraio a Safi. La droga, parte di un maxi sequestro effettuato al Malta Freeport nel giugno 2024, era custodita presso i locali militari su ordine dell’autorità giudiziaria.
I suddetti imputati – Sean Attard (30, Zebbug), Yousef Essesi (33, St. Paul’s Bay) e i fratelli Carlos e Cleaven Pace (23 e 19, Marsa) – tra i primi ad essere stati formalmente accusati in relazione al colpo, hanno sempre negato le contestazioni a loro carico che includono furto aggravato, associazione finalizzata al traffico di droga e possesso di cannabis in quantità tali da escludere l’uso personale. Per Carlos Pace si aggiunge anche la violazione della condizionale più altre misure cautelari a cui era già soggetto, e chiaramente la recidiva.
Secondo l’accusa, i quattro si sarebbero intrufolati all’interno della caserma la notte del colpo attraverso un varco creato nella recinzione metallica, per poi effettuare più viaggi tra il container e un veicolo parcheggiato all’esterno, trasportando sacchi colmi di droga per oltre due ore, senza che i soldati di stanza a Safi lanciassero l’allarme. In seguito al fatto, l’AFM avviò una indagine interna che si concluse con provvedimenti disciplinari a carico di sei soldati ritenuti colpevoli di cinquantacinque accuse a loro carico; uno di loro – l’addetto al controllo delle telecamere di videosorveglianza beccato a guardare film mentre era in servizio – è stato licenziato in tronco, mentre il “collega” che stava dormendo, è stato declassato.
In un primo momento, le autorità avevano parlato di un furto di 226 chili di droga, ma successive analisi forensi hanno stabilito che la quantità effettivamente sottratta era di 132 chili. Tra gli altri indagati compaiono anche Liam Stewart e Christa Gauci (quest’ultima fidanzata di Cleaven Pace) già in libertà provvisoria, rispettivamente ad aprile e maggio.
Il tribunale, pur riconoscendo la gravità dei reati contestati, ha stabilito che questa da sola non giustifica la detenzione preventiva prolungata, considerato inoltre il periodo già trascorso in custodia cautelare dai quattro imputati. Per queste ragioni, la Corte ha concesso loro la libertà su cauzione fissando una cauzione di 30.000 euro più una garanzia personale di 40.000 euro ciascuno, disponendo inoltre l’obbligo di firma e il coprifuoco.
(photo credits: Google Maps)
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