La piaga del bracconaggio a Malta pare destare sempre più profonda preoccupazione, almeno stando agli ultimi dati riportati da BirdLife Malta che, in meno di un mese, ha registrato ben 242 episodi di illegalità. Nonostante la presenza sul campo di sole tre squadre quotidiane, composte da volontari locali e internazionali impegnati nel Raptor Camp 2025, tra il 12 settembre e il 5 ottobre i monitoraggi hanno documentato una media di dieci violazioni al giorno.
Secondo la Ong, la maggior parte di questi casi (circa il 72%) riguarda l’uso illecito di richiami elettronici, dispositivi vietati che riproducono canti di uccelli per attirarli durante la migrazione. Ancora più allarmante è il fatto che uno su cinque di questi richiami fosse indirizzato a specie protette, con le prede predilette della caccia illegale che si confermano essere i rapaci: falco di palude, falco pecchiaiolo e gheppio.
I richiami, spiegano gli attivisti, vengono attivati soprattutto durante le ore notturne e all’alba, e spesso disattivati entro le 6:20, prima dell’avvio delle operazioni di pattugliamento delle autorità. Un escamotage che, secondo BirdLife, permette ai bracconieri di eludere completamente i controlli, vista la cronica mancanza di agenti sul territorio. In alcuni giorni, pare che l’Environmental Protection Unit (EPU) disponesse persino di una sola unità per tutta l’isola, un dato in netto peggioramento rispetto agli anni passati, quando venivano impiegate fino a sei pattuglie. Il tempo medio di risposta della polizia alle segnalazioni? 51 minuti, dicono gli attivisti. Un ritardo che, nella pratica, rende vano qualsiasi intervento, soprattutto se le richieste sono simultanee.
«Stiamo ricevendo ogni giorno segnalazioni dai cittadini di uccelli protetti abbattuti. È un collasso tangibile delle capacità di controllo, che avvantaggia solo chi vuole infrangere la legge» ha dichiarato Nicholas Barbara, responsabile della conservazione di BirdLife Malta. L’Ong ha poi concluso denunciando il silenzio delle istituzioni politiche: «Negli ultimi giorni abbiamo visto politici elogiare senza riserve la lobby della caccia, ma non abbiamo sentito una sola parola di condanna verso queste illegalità, né un appello per rafforzare la polizia sul campo».

Con l’avvicinarsi delle settimane più intense della stagione venatoria, BirdLife Malta teme un ulteriore ed incontrollabile incremento dell’uso dei richiami elettronici, «poiché i cacciatori abusano del tempo e della portata limitati delle unità di controllo per diffondere richiami udibili anche da alcune aree urbane». L’Ong ha affermato di aver già chiesto alle autorità un intervento immediato e il potenziamento effettivo dell’EPU, in particolare durante le ore critiche della migrazione.
(photo credits: BirdLife Malta)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato