È stato rinviato a giudizio Christian Calì, 25 anni, operaio edile residente a Gzira, accusato di aver causato lesioni gravissime a un cittadino colombiano dopo una lite scoppiata all’interno di un esercizio commerciale di St. Julian’s. La decisione è arrivata al termine dell’udienza in cui la presunta vittima ha ricostruito in aula i momenti precedenti all’aggressione, sostenendo che l’imputato gli avrebbe chiesto ripetutamente di «mostrare rispetto» prima di spingerlo sulla carreggiata, dove è stato investito da un van in transito.
I fatti risalgono al 22 novembre scorso, attorno alle 9 del mattino, quando il cittadino colombiano si trovava in un bar della zona insieme a tre amici. Secondo la sua testimonianza, Calì “visibilmente ubriaco” e “aggressivo” si sarebbe avvicinato al gruppetto senza alcun apparente motivo, iniziando a provocare e “pretendendo rispetto”. La combriccola avrebbe inizialmente ignorato il 25enne, continuando a bere e divertirsi, ma il suo atteggiamento sarebbe diventato via via più aggressivo.
Per evitare ulteriori tensioni, i quattro amici avrebbero così deciso di lasciare il locale ma, una volta all’esterno, l’imputato li avrebbe seguiti, dando origine a una discussione con due di loro. La situazione sarebbe degenerata quando Calì si sarebbe avvicinato direttamente alla vittima. Alcuni amici avrebbero cercato di calmare gli animi, ed una ragazza del gruppo sarebbe intervenuta, venendo a sua volta spinta e raggiunta con dei calci presumibilmente sferrati dall’imputato.
È stato in quel frangente che, secondo il racconto reso in aula, Calì avrebbe raggiunto il colombiano alle spalle e l’avrebbe spinto improvvisamente in strada dove è stato immediatamente travolto da un veicolo in arrivo, perdendo conoscenza. Si è risvegliato solo diverse ore dopo, all’ospedale Mater Dei, dove era stato ricoverato in condizioni critiche.
La vittima ha riferito di aver riportato gravi traumi e di aver dovuto affrontare ingenti spese mediche, presentando anche la documentazione relativa al conto ospedaliero. Ha spiegato di aver versato un acconto e di contribuire mensilmente al saldo rateizzato, aggiungendo di potersi sottoporre alle sedute di fisioterapia necessarie al pieno recupero fisico solo grazie all’aiuto gratuito di un suo conoscente.
In aula ha inoltre ammesso di non aver mai visto Calì prima di quel giorno e ha respinto l’ipotesi di averlo provocato, affermando però di aver consumato alcol ma negando lo stato di ebbrezza. Secondo quanto emerso dalle testimonianze oculari, la presunta vittima non avrebbe opposto resistenza né partecipato attivamente alla colluttazione. Al termine dell’udienza, il tribunale ha emesso un’ordinanza di protezione a tutela del cittadino colombiano e dei suoi familiari.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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