Il prodotto interno lordo cresce, l’aspettativa di vita si è attestata su ottimi livelli ed è tra le migliori del Vecchio Continente. Ma se ci sono numeri di cui andare orgogliosi, ci sono anche cifre che fanno arrossire.
Come quella, ad esempio, relativa alla situazione nelle carceri. Malta non è certo la peggiore e non è nemmeno sul podio dei primi tre Paesi, ma alcuni parametri sono in notevole aumento. Dall’ultimo rapporto “Space” del Consiglio d’Europa è emersa una situazione tutt’altro che rosea.
Non ci sono problemi gravi di sovraffollamento, ma Malta ha avuto il più alto tasso di crescita delle carcerazioni tra il 2019 e il 2020, con un aumento non trascurabile del 15,2%. Meno peggio hanno fatto solo Cipro (13,1%), Islanda (11,7%) e Croazia (10,3%).
Poi c’è dell’altro: Malta ha anche avuto il più alto tasso di suicidi nelle carceri: 25,2 ogni 10.000 detenuti. In questa triste graduatoria ha preceduto Armenia (22,5), Danimarca (21,7), Norvegia (19), Francia (17) ed Estonia (16,3).
Malta è anche tra i primi cinque Paesi con la più alta percentuale di detenuti stranieri 51,5%, preceduta da Lussemburgo (73,9%), Svizzera (69,6%), Grecia (57,8%), e Austria (53,1%)
Il 25,2% dei detenuti a Malta è invece stato condannato per reati legati alla droga; meno di Lettonia (44,2%), Islanda (34,6%), Italia (31,5%), Grecia (29,4%), Azerbaigian (29%), Albania (27,9%), Cipro (27,3%), Georgia (26,2 %), Estonia (25,8%), Turchia (25,8%).
ITALIA, L’INFERNO DELLE CARCERI
Dal rapporto del Consiglio d’Europa, l’Italia ne esce malissimo: alla fine del gennaio 2020 c’erano 120 detenuti per ogni 100 posti. Il record negativo spetta però alla Turchia, con 127 carcerati per ogni 100 posti, e dove secondo i dati ci sono in media 11 detenuti per ogni cella, mentre in Italia questa media è del 1,9.
A livello Ue nello stesso periodo in Belgio c’erano 117 detenuti per ogni 100 posti, in Francia e Cipro 116, in Ungheria e Romania 113, in Grecia e Slovenia 109.