A pochi giorni dalla presentazione della legge di bilancio 2026, torna a crescere la mobilitazione civica sul fronte ambientale e urbanistico. Un folto gruppo di Ong ha infatti annunciato una seconda protesta nazionale contro la riforma dell’urbanistica presentata dal governo, fissata a Valletta per lunedì 27 ottobre alle 17:30, con partenza dal Palazzo di Giustizia e arrivo davanti al Parlamento.
L’iniziativa, promossa dalla campagna Giustizzja ghal Artna (“Giustizia per la nostra terra”), punta a riunire nuovamente ambientalisti, accademici e cittadini già mobilitati lo scorso 4 ottobre, quando migliaia di persone manifestarono contro le due proposte avanzate dal governo e in discussione alla Camera.
Le riforme, indicate come disegno di legge 143 (sul potere decisionale dell’Autorità di Pianificazione) e disegno di legge 144 (sulle procedure di ricorso e revisione dei permessi), accompagnate da tre avvisi legali, sono state definite dalle Ong «una minaccia per la democrazia, la giustizia sociale e la qualità della vita».
Secondo le associazioni, i provvedimenti «darebbero carta bianca ai costruttori», riducendo drasticamente il controllo sui permessi edilizi e indebolendo il diritto dei cittadini a opporsi a progetti irregolari. In particolare, il disegno di legge 143 consentirebbe all’Autorità di Pianificazione di modificare i piani locali anche in aree protette, mentre la riforma 144 restringerebbe la possibilità di impugnare decisioni illegali e limiterebbe il potere dei tribunali di revocare i permessi già concessi.
Gli attivisti denunciano inoltre che i disegni di legge introdurrebbero «un’amnistia generalizzata per ogni tipo di illegalità edilizia commessa fino allo scorso anno, senza limiti di tipologia, dimensione o ubicazione», oltre a dare il via libera alla regolarizzazione di «ogni tipo di abuso edilizio, anche in aree sensibili, «riconoscendo di fatto uno status legittimo a interventi mai autorizzati». Il governo, pur non rispondendo nel merito delle accuse, ha in precedenza precisato che le misure di regolarizzazione sarebbero soggette a valutazione caso per caso.
«Non è nostra scelta scendere in piazza, ma non ci resta altra opzione che difendere la nostra terra da un’invasione senza precedenti», hanno dichiarato gli organizzatori. «Abbiamo chiesto al Premier Abela di ritirare le proposte e avviare una vera consultazione pubblica, ma nonostante la mobilitazione del 4 ottobre il governo continua a ignorare la voce del Paese».
La protesta è organizzata da BirdLife Malta, Din l-Art Helwa, Friends of the Earth Malta, Flimkien ghal Ambjent Ahjar, Nature Trust – FEE Malta, Moviment Graffitti, Ghawdix, Ramblers Association, Front Zghazagh ghall-Ambjent e Wirt Ghawdex.
(in copertina: la protesta organizzata lo scorso 4 ottobre a Valletta, credits: Facebook / Moviment Graffitti)
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