Dal gennaio 2024 ad oggi, sono state in tutto 29 le persone ad essere state multate per aver girato per strada in costume da bagno o comunque vestite in modo considerato “indecente”. A confermarlo è stato il ministro degli Interni, Byron Camilleri, in risposta all’interrogazione parlamentare posta dalla deputata del Partito Nazionalista Graziella Galea che ha chiesto chiarimenti sull’applicazione delle norme sul decoro pubblico, in particolare nelle zone turistiche.
Il ministro ha però specificato di evitare “derive” di senso morale nell’azione delle forze dell’ordine: «Insisto affinchè le forze di polizia si concentrino maggiormente sui compiti fondamentali del Corpo; non credo debbano svolgere la funzione di polizia morale», ha dichiarato Camilleri in Parlamento.
Il riferimento è all’articolo 338(q) del capitolo 9 del Codice Penale secondo cui commette reato chi si espone nudo o veste in modo indecente nelle strade cittadine o in qualsiasi altro luogo pubblico, violando il rispetto del decoro urbano. La norma, tuttavia, lascia ampio margine di interpretazione e ogni estate riaccende il dibattito esploso – in particolare – la scorsa estate, quando un residente di Sliema, David Pace O’Shea, si fece portavoce di altri suoi concittadini e dichiarò guerra al turismo cafone affiggendo in vari punti della città cartelli con il messaggio: “No swimwear on our streets” (“Niente costumi da bagno nelle nostre strade”).
A detta di diversi residenti, soprattutto quelli delle località maggiormente prese d’assalto dai visitatori, la crescente presenza turistica sta portando con sé abitudini poco rispettose del contesto urbano. Le immagini di persone che passeggiano sul lungomare o sorseggiano drink ai tavolini dei bar a torso nudo sono ormai sempre più comuni ma spesso mal digerite dai locali che già lo scorso anno si erano rivolti alle autorità competenti chiedendo, per esempio, di installare cartelli con divieti nelle zone residenziali, oppure avviare campagne mirate circa «il dress code da adottare nelle nostre strade». Comunque sia, il nodo centrale della questione resta sempre quello di trovare soluzioni equilibrate tra accoglienza turistica e decoro.
(immagine di archivio)
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