Il ministro dell’interno, Byron Camilleri, ha espresso forte disaccordo nei confronti delle dichiarazioni rilasciate dal procuratore capo europeo dell’Anticorruzione Europeo (EPPO) Laura Codruța Kövesi, secondo la quale i reati finanziari a Malta sono perseguiti in modo “poco chiaro”.
Proprio nei giorni scorsi, la Kövesi, dopo una visita a Malta, aveva dichiarato al Parlamento Europeo di aver avuto serie difficoltà nell’individuare l’istituzione maltese responsabile a tutti gli effetti della lotta ai crimini finanziari: «Ho avuto incontri con le autorità nazionali e dopo due giorni è stato molto difficile per me identificare l’istituzione responsabile dell’individuazione dei reati».
Dal canto suo Camilleri, nel controbattere, ha sostenuto che le dichiarazioni della Kövesi non rispecchiano affatto il reale impegno delle autorità competenti che, invece, «in questo Paese hanno ruoli molto chiari». Le forze di polizia, inoltre, lavorano ed indagano su ogni singola segnalazione ricevuta, ha sottolineato il ministro dell’interno.
A tal proposito, secondo il racconto di Camilleri, Malta avrebbe presentato almeno cinque casi all’EPPO a partire dallo scorso mese di ottobre. Una dichiarazione che contrasta nettamente con quella della Kövesi che aveva affermato come, in questo momento, Malta risulti essere l’unico Stato membro del progetto lanciato a giugno del 2021 per indagare e perseguire casi di truffe che coinvolgono fondi dell’UE superiori a 10.000 euro, nonché casi di frode IVA transfrontaliera di grandi dimensioni, che deve ancora aprire un’indagine anti-corruzione a fronte dei 576 casi aperti dagli altri Stati membri.
Il rapporto tra Malta ed alcuni meccanismi finanziari continua a vivere un andamento altalenante, finendo a più riprese all’interno di controversie e dispute internazionali. Le dichiarazioni della Kövesi, difatti, si aggiungono ad altri eventi simili, come gli scandali passati e il travagliato ingresso nella Grey List imposto dal GAFI.