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Omicidio Paceville: ipotesi di legittima difesa per i tre rumeni accusati di aver assassinato il “boss della prostituzione”

Il 44enne è stato trafitto da oltre venti coltellate, tre delle quali sono risultate fatali

di Stefano Andrea Pozzo
1 Febbraio 2024
in Giudiziaria
Tempo di lettura:2 mins read
0

Nuovi risvolti sul caso Joseff Rivas, l’uomo con la doppia cittadinanza inglese e rumena brutalmente ucciso a Paceville il 5 dicembre 2022, con il tribunale che ha ripreso la raccolta delle prove contro i tre presunti colpevoli: i fratelli Ionut Iulian e Dan-Andrei Tanase (35 e 32 anni) e il cugino dei due, Ilie Constantin (31 anni).

Rivas, volto noto alle autorità con alle spalle un lungo passato criminale che gli era valso il titolo di “Boss della prostituzione”, sarebbe deceduto a causa di uno shock ipovolemico conseguente alla grave perdita di sangue causata dalle “venti o più” coltellate inferte sul suo corpo, tre delle quali – stando al perito forense – si sarebbero rivelate fatali.

Secondo quanto emerso dalle precedenti deposizioni, il 44enne sarebbe atterrato a Malta insieme ad altri due uomini per risolvere una questione di soldi derivata dal racket illegale e per uccidere i tre cugini, affiliati ad un clan rumeno “rivale” anch’esso operante nel giro della prostituzione dell’arcipelago, trovando invece la morte a seguito dei colpi d’arma da taglio presumibilmente inferti dai tre magnaccia che, da potenziali vittime, si sarebbero in seguito trasformati nei suoi carnefici.

Una dinamica confermata anche dalle ricostruzioni degli inquirenti, secondo i quali ad avvicinare i tre imputati sarebbe stato proprio Rivas, accompagnato da altre due persone che si sarebbero poi date alla fuga a seguito della colluttazione.

Per il “boss della prostituzione” era troppo tardi, trovato dai soccorritori intervenuti sulla scena del crimine disteso sul marciapiede tinto di sangue per via delle numerose lacerazioni rimediate all’altezza del petto che, nonostante i tentativi di rianimazione, non gli hanno lasciato scampo.

A inchiodare i tre colpevoli l’ex fidanzata di uno di loro rintracciata dalla polizia nel condominio di St. Julian’s, al cui interno si presume vivessero le donne coinvolte nel racket, mentre attraverso l’acquisto di biglietti aerei stava cercando di preparare la fuga degli imputati dall’arcipelago. Un volo che, però, i tre cugini non hanno mai preso visto che gli stessi si sono spontaneamente presentati malconci alla stazione di polizia di St. Julian’s il giorno dopo il delitto invocando la legittima difesa.

Uno di loro, Ionut Iulian Tanase, ha in seguito collaborato con le autorità accompagnando gli investigatori nella perquisizione dell’appartamento in cui viveva mostrando la finestra dalla quale affermava di aver gettato il coltello.

Secondo il medico legale, le ferite riportate dai tre cittadini rumeni potrebbero confermare la versione della legittima difesa ma, nonostante ciò, attualmente rimane impossibile determinare chi brandisse inizialmente l’arma del delitto, con i pubblici ministeri che al termine della seduta hanno denunciato di essere stati sottoposti a “indebite pressioni” da parte della difesa per via delle continue richieste di prove sul passato criminale di Rivas.

 

(photo credits: a sinistra, Malta Police Force, a destra, telegraf online)
Tags: Dan-Andrei TanaseIlie ConstantinIonut Iulian TanaseJoseff RivasomicidioPacevilleprostituzione
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