Un agente dell’Unità di intervento rapido (RIU) è stato condannato a due mesi di detenzione dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver aggredito violentemente un minorenne già ammanettato durante un intervento a Paceville, la notte del 5 gennaio 2025. La sentenza, pronunciata dal magistrato Donatella Frendo Dimech, ha definito l’episodio «un grave abuso di autorità», sfociato in un «attacco feroce e codardo» su un ragazzino che era già stato trattenuto in custodia della polizia.
Ad incastrare Kurt Jenkins, in servizio dal 2018, le bodycam degli agenti presenti durante l’arresto del 14enne – ritenute decisive dal tribunale – che mostrano l’imputato colpire il giovane almeno tre volte mentre si trovava già a terra, ammanettato e in stato di resa.
Il minore, visibilmente spaventato, chiede più volte di poter chiamare sua madre e si scusa, mentre l’agente lo insulta, lo trascina lungo la scalinata e ordina di stringergli ulteriormente le manette. In un momento della registrazione, Jenkins, dopo aver chiesto l’età del ragazzo, lo deride con frasi sprezzanti: «Hai 14 anni? Allora sei un uomo? Ti cresce già la barba?».
Secondo le perizie mediche, il ragazzo ha riportato traumi da percosse compatibili con quanto mostrato nei filmati. Il magistrato ha sottolineato che nessuna resistenza da parte del minore poteva giustificare l’uso della forza, definendo l’agente «Un bullo arrogante, incivile, aggressivo e indegno della divisa indossata, che in un batter d’occhio ha infranto la legge che aveva giurato di far rispettare, nonché le norme sull’uso della forza».
«Jenkins – prosegue la sentenza – è uomo con un comportamento animalesco, un codardo senza scrupoli che se l’è presa con un ragazzino steso a terra, in ginocchio e ammanettato».
Nel suo durissimo giudizio, il tribunale ha elogiato l’introduzione delle bodycam come strumento cruciale di trasparenza e responsabilità, sottolineando che senza tali dispositivi la verità sarebbe potuta rimanere nascosta.
La Corte ha inoltre evidenziato il danno d’immagine causato alla polizia da comportamenti che «Insultano un Corpo fondato su rigorosi principi», aggiungendo che «Sono proprio persone come lui a minare la fiducia delle persone nel Corpo».
Jenkins è stato dichiarato colpevole di lesioni, abuso di autorità, condotta minacciosa e mancato rispetto dei propri doveri d’ufficio, con aggravante per aver agito contro un minorenne sotto custodia. Pur riconoscendo l’assenza di precedenti penali, Frendo Dimech ha ritenuto indispensabile una pena detentiva, condannando l’agente a due mesi di detenzione.
(immagine di archivio)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato