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CGIL e GWU unite per tutelare i lavoratori a Malta colpiti dall’emergenza Coronavirus

di Carlo Campione
20 Marzo 2020
in Coronavirus, Lavoro
Tempo di lettura:3 mins read
0

Le due sigle sindacali, CGIL per l’Italia, e la GWU maltese hanno lavorato per una richiesta congiunta al Governo maltese, al fine di tutelare tutti i lavoratori a rischio licenziamento.

La situazione per molti lavoratori a Malta è al momento preoccupante.

I lavoratori italiani sono circa 9500, di questi 1700 lavorano nel settore turistico, che al momento è il più colpito a causa della chiusura dei ristoranti e dalla mancanza di clienti nelle strutture alberghiere.

Il risultato sono stati molti licenziamenti e, per i più fortunati, una riduzione delle ore di lavoro.

Sono molte le famiglie che si sono trasferite a Malta, ed i circa 1500 lavoratori transfrontalieri, che non sono iscritti all’AIRE sono fra i più colpiti.

Dei 200 transfrontalieri bloccati qualche giorno fa, non tutti sono saliti sul traghetto successivo, e sono riusciti a raggiungere casa.

Il problema per molti lavoratori e famiglie, è sostanzialmente quello di sopravvivere a Malta senza un reddito fino alla fine dell’emergenza Coronavirus.

Tutti quelli non iscritti all’Aire inoltre non hanno sostegni previdenziali e sanitari.

Le richieste fatte al Governo maltese da parte di CGIL e GWU sono le seguenti:

  • Cercare di incentivare e mantenere i rapporti di lavoro, almeno con il minimun wage di 4,50 € l’ora.
  • Supporto del pagamento degli affitti, almeno fino alla possibilità di rientrare in Italia.
  • Ricollocare i nuovi disoccupati con dei nuovi lavori, utili per l’emergenza, come autisti di ambulanze e mezzi d’emergenza, oppure personale per la sanificazione pubblica.
  • Censire tramite una collaborazione fra l’Ambasciata italiana e le autorità maltesi, il numero degli italiani bloccati e non iscritti all’AIRE.
  • Dare la possibilità a chi è bloccato sull’isola di poter accedere telematicamente ai servizi INPS, e allo sportello GWU-CGIL per la richiesta di una indennità di disoccupazione.

Questo è uno stralcio della nota unitaria allegata sulla proposta per i frontalieri:

È necessario infine che il Governo italiano adotti misure a sostegno del reddito per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che svolgono la propria attività nei paesi confinanti o limitrofi, definiti ai sensi del Regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, modificato da: Regolamento (CE) n. 988/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009, nonché nella versione dell’Allegato II all’Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea ed i suoi Stati membri, sulla libera circolazione delle persone, prevedendo:

1. Un’indennità per i periodi di assenza per malattia (ovvero per quarantena equiparata all’assenza per malattia) qualora la stessa non fosse già prevista dalla legge, ovvero dai contratti di lavoro individuali o collettivi applicati dal Paese estero, in misura non superiore a quanto previsto per analoghi trattamenti applicati ai lavoratori che prestano la propria attività in Italia da norme di legge e/o di CCNL.

2. La garanzia degli ammortizzatori sociali Naspi e CIG in deroga per l’intero periodo dell’emergenza,

3. L’estensione dell’uso del congedo parentale già previsto dal DPCM per i lavoratori in Italia.

Le aziende in difficoltà riceveranno il contributo dallo stato maltese e lo erogheranno ai lavoratori, ed i controlli per gli aventi diritto all’indennità di disoccupazione verranno fatti da JobsPlus.

Le aziende che sono costrette a licenziare, come molte del settore turismo, non potranno accedere a questi contributi del governo maltese, in questo caso la richiesta potrà essere fatta tramite un portale INPS dedicato ai lavoratori italiani a Malta.

E’ stata proposta una esenzione sugli affitti, che per Malta vuol dire prendere in considerazione tutta la filiera.

Molti proprietari che hanno acceso un mutuo e che affittano la loro casa, potrebbero usufruire del blocco delle rate per 2 mesi, e di conseguenza non richiedere l’affitto sino alla fine dell’emergenza.

Negli altri casi ci sarebbe un contributo locazione, per aiutare gli affittuari a pagare l’affitto.

 

Tags: affittoAireCGILcoronavirusemergenza CoronavirusGWUJobsPluslavoratorilicenziamenti
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