Sono passati due anni dalla chiusura dell’ospedale veterinario di Ta’ Qali, l’unico pronto soccorso veterinario pubblico dell’arcipelago, e ancora oggi Malta non dispone di un servizio di emergenza notturna strutturato.
Nonostante le promesse dello scorso anno del ministro dell’Agricoltura e dei Diritti degli Animali Anton Refalo e l’annuncio, lo scorso 2 luglio, di uno schema di turnazione volontaria per le cliniche private – con incentivi economici da parte del medesimo Ministero – il sistema non è mai decollato davvero.
La lista delle cliniche aderenti non è stata resa pubblica e i cittadini, in caso di emergenza, restano spesso soli, costretti a barcamenarsi tra numeri di telefono, e-mail ed attese infinite che chi vive situazioni di emergenza non può certo permettersi di affrontare.
Nel frattempo, le storie di dolore continuano a moltiplicarsi. Proprio come quella che ci ha inviato una nostra lettrice, A. P., che attraverso una lettera-sfogo racconta una notte trascorsa nella totale angoscia, cercando aiuto per il suo gatto gravemente malato, l’amatissimo Milù.
La testimonianza della lettrice
«Vorrei pubblicaste questa lettera se non altro per manifesta disperazione degli utenti dell’isola quando si trovano in emergenza veterinaria notturna e non hanno alcun riferimento.
Mi chiamo A P. ed ho un gatto anziano affetto da insufficienza renale che la scorsa notte è andato in blocco urinario accumulando urina nella vescica che non riusciva ad espellere. Solo alle 7 del mattino sono riuscita a recarmi dal primo veterinario ed è stato necessario l’inserimento di un catetere.
Il gatto ha sofferto tutta la notte tra mille pianti e lamenti, ed io inerme sono pressoché impazzita nel comporre tutti i numeri di telefono esistenti su Google, ma nessuno era reperibile.Siamo nel 2025 e vivo su un’isola che ospita 500.000 persone ed i servizi sono davvero ridotti all’osso.
Dopo la chiusura dell’ospedale veterinario a Ta’ Qali, il governo e gli enti preposti a garantire i servizi per cui i cittadini pagano le tasse, non sono stati in grado di istituire un servizio richiesto ed importante come l’assistenza notturna veterinaria o di formalizzare un accordo con qualche clinica veterinaria (abbondanti a Malta).Sono passati 2 anni ed inostri animali continuano a morire nell’inerzia totale delle istituzioni. Nulla ancora si sa sul futuro del Ta’ Qali, che resta incerto. E qui arriva il bello: per colmare il vuoto creato dalla chiusura di tale ospedale, il Ministero per i diritti degli animali in collaborazione con il VSC (Veterinary Surgeons Council) ha lanciato il 2 luglio 2025 uno schema organizzato e reperibile sul loro sito web https://vsc.gov.mt/24-7-emergency-service/, in cui le cliniche con licenza SL 437.106 sono invitate a partecipare in base a zone regionali e turni notturni (dalle 20 alle 8), festivi e domenicali. Le cliniche aderenti riceveranno un incentivo di 200 euro, l’adesione è su base volontaria e non è previsto che il Ministero attivi la rotazione.
Praticamente il servizio c’è, ma non verrà gestito in modo obbligatorio. La lista delle cliniche aderenti non è pubblica, quindi ci si deve barcamenare tra e-mail e infinite attese nel caso si volesse conoscere nome e indirizzo di qualche clinica disposta ad offrire il servizio di emergenza notturna.
Al momento, tutto tace, i nostri animali muoiono o soffrono nell’indifferenza di una burocrazia che non li tutela. I proprietari, esasperati, sono 2 anni che lanciano petizioni su petizioni, ma questo sembra non aver suscitato abbastanza sensibilità o interesse negli enti che questa tutela animale dovrebbero garantirla.Siamo tutti consapevoli che un pronto soccorso veterinario notturno deve sostenere dei costi di gestione, ma siamo arrivati sul serio a pensare che un servizio abbia senso solo se genera un sostanziale introito?
I nostri non sono solo animali, bensì membri delle nostre famiglie e come tali meritano assistenza e cure garantite.
Noi proprietari non badiamo a spese quando si tratta di curarli, ma a quanto pare nemmeno questo è sufficiente, perché non basta che si ammalino, devono anche ammalarsi in massa per far sì che un servizio di emergenza possa garantire alle cliniche la generazione di introiti, perché alla fine della faccenda, è di questo che si parla.Un Paese che ospita una densità di popolazione cosi alta, non può permettersi di avere carenze di questo tipo, soprattutto in un’epoca avanzata come la nostra.
Alcuni diritti non dovrebbero prevedere la morte per essere attivati: come esseri umani e viventi nasciamo con dei diritti base e mi sembra surreale dover mendicare alle istituzioni la garanzia e la tutela dei nostri animali.Ce la farà mai quest’isola a tenere il passo con i cambiamenti che un’epoca come il 2025 richiede? In un’epoca fatta di tecnologia e intelligenze artificiali, è mai possibile dover mendicare un servizio così importante che, in altri Paesi, ha una copertura regionale e nazionale totale e garantita?
Spero che queste parole arrivino agli enti giusti e spero ci sia un’accelerata nel processo, perché è davvero vergognoso vedere morire e soffrire i nostri “membri della famiglia” perché forse manca la volontà di essere incisivi.Di sicuro, al momento quest’isola non è fatta a misura dei nostri amici a quattro zampe e se hai un’emergenza veterinaria notturna assisterai inerme alla morte e alla sofferenza del tuo animale e nessuno potrà mai ripagare con nessuna cifra al mondo la sua vita. Oltre al danno, anche la beffa».
(in copertina Milù, il gatto della lettrice A.P.)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato