Dopo lunghi mesi di pandemia, Malta si prepara a vivere la prima estate di “normalità” e lo fa partendo con gli eventi, da sempre occasioni in grado di attirare sull’arcipelago maltese un gran numero di artisti internazionali, ma anche turisti provenienti da ogni parte del mondo per assistere, assieme alla popolazione locale, a manifestazioni di ogni genere, soprattutto quelle legate al mondo della musica.
Nel fitto calendario estivo maltese, tra i “big” ad inaugurare la stagione, compaiono anche nomi italiani, come quello della celebre rock band Premiata Forneria Marconi che, come molti connazionali, ho avuto il piacere di andare ad ascoltare dal vivo. Un’esperienza entusiasmante in una location unica, che ho deciso di condividere con la comunità italiana a Malta.
È stata infatti l’incantevole cornice di Pjazza Teatru Rjal a Valletta ad ospitare, per la prima volta a Malta, il tour europeo “PFM 1972-2022” della storica band milanese Premiata Forneria Marconi.
Appena entrati, gli sguardi hanno abbracciato l’ensemble del palco ed è stato impossibile non emozionarsi di fronte al tripudio di chitarre acustiche, chitarre elettriche, basso, tastiere e violino; per non parlare della batteria e delle percussioni con dietro Franz Di Cioccio: uno spettacolo.
Il popolo della PFM era variegato, più generazioni radunate assieme. Tutti a godere della musica di una delle band più innovative, rivoluzionarie, longeve e con respiro internazionale della storia della musica italiana che per la prima volta in assoluto metteva piede a Malta, dopo aver girato il mondo intero.
Appena fatto il loro ingresso sulla scena, si riconoscono subito due figure storiche: Patrick Djivas e l’anima del gruppo, Franz Di Cioccio. Si comincia. Un palco immerso nel blu, un cono di luce inquadra Franz Di Cioccio con la sua voce solenne, che denuncia ed emoziona allo stesso tempo.
Da “Storia di un minuto” a “Ho sognato pecore elettriche” e abbracciando poi la poesia di Fabrizio De André, è stato un bel viaggio attraverso il tempo, dove tutti si sono ritrovati a cantare le canzoni che hanno caratterizzato diverse fasi della vita, coincise spesso per molti con l’adolescenza, un modo per tornare a sentirsi ragazzini.
Si passa poi al momento di “Impressioni di settembre”, che hanno attraversato la pelle di tutti i presenti mossi dalla stessa passione e che, per una sera, si sono ritrovati in quel posto lasciando da parte le proprie vite e i propri problemi.
Il concerto non è stato solo musica, ma un insieme di emozioni che si sono susseguite l’una dopo l’altra, passando da un brano all’altro, e che hanno contribuito a far sì che l’evento possa rimanere a lungo impresso nella memoria di chi l’ha vissuto. La grinta della PFM è stata davvero coinvolgente.
Il pubblico, per lo più adulto, è sembrato soddisfatto ed emozionato e, sicuramente, ha ricordato qualche frammento del proprio passato, come è capitato al sottoscritto.
Insomma, è stata una bella occasione per buttarsi alle spalle due anni di lockdown, chiusure e restrizioni anti Covid-19 che avevano reso queste sensazioni dei ricordi ormai lontani, troppo lontani. Tutto questo grazie al potere della musica.