Misure cautelari in carcere per Mohamed Hamdan, cittadino libico 46enne nato in Siria e residente a Malta, formalmente accusato dell’omicidio di Jean Paul Busuttil, imprenditore 53enne noto con il soprannome “Ta’ Bandallu”, ucciso a sangue freddo nella mattina di domenica 29 giugno a Bidnija, al culmine di una lite innescata da un banale incidente stradale.
Secondo quanto emerso durante l’udienza di lunedì in tribunale, Hamdan era alla guida di una motocicletta che procedeva contromano in una strada a senso unico soggetta a lavori in corso, quando si è scontrato con l’auto della vittima. Mentre gli ufficiali della LESA erano sul posto per raccogliere le dichiarazioni, tra i due conducenti è improvvisamente esplosa un’accesa discussione culminata nel tragico epilogo.
Stando alla ricostruzione fornita dall’ispettore di polizia, l’imputato si è allontanato rapidamente dal luogo del sinistro a bordo della motocicletta del figlio, salvo tornare tre minuti dopo armato. A quel punto, avrebbe estratto l’arma da fuoco scaricandola contro Busuttil e ferendolo mortalmente.
Sebbene quest’ultimo sia riuscito a mettersi alla guida del proprio veicolo nel disperato tentativo di raggiungere l’ospedale, sarebbe collassato a Burmarrad, luogo in cui è stato soccorso da un’ambulanza che l’ha trasportato al Mater Dei, dove purtroppo di lì a poco è sopraggiunto il decesso.
Quando un ufficiale di polizia è giunto sul posto in cui si è verificato l’incidente e ha chiesto a Hamdan se fosse stato lui ad esplodere i colpi d’arma da fuoco, quest’ultimo avrebbe risposto affermativamente al cospetto di altri agenti. Una versione non confermata però in aula, dove si è invece dichiarato non colpevole di ogni reato lui contestato che, oltre all’accusa di omicidio, comprende detenzione e uso illegale di arma da fuoco durante la commissione di un crimine, danneggiamento volontario di beni altrui, minacce, guida contromano, inquinamento delle prove, recidiva.
Il figlio dell’imputato, a cui appartiene la motocicletta utilizzata dal padre per lasciare e poi tornare sulla scena, è stato escluso da ogni responsabilità.
Durante l’udienza, non è stata avanzata alcuna richiesta di rilascio su cauzione per Hamdan che così rimarrà in carcere in attesa che sul caso proseguano le indagini. Il giudice ha accolto la richiesta della procura disponendo un’ordinanza di protezione a favore di diversi componenti della famiglia della vittima, prima che l’udienza proseguisse a porte chiuse. Nel frattempo, sembra che la polizia non sia ancora riuscita a rintracciare e recuperare l’arma dalla quale sono stati esplosi i colpi che hanno trafitto e ucciso Busuttil.
(In copertina, sullo sfondo la scena del crimine – Malta Police Force; nel cerchio l’immagine della vittima – Facebook)
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