Il Partito Laburista ha deciso di non prendere ulteriori provvedimenti contro Jonathan Dingli, vicesindaco di Mqabba, finito nella bufera dopo aver scritto su Facebook che «le donne godono a essere picchiate».
L’eurodeputato nonché vicecapo del Partito, Alex Agius Saliba ha dichiarato a Malta Today che il commento va «totalmente contro i principi del partito», ma che le scuse pubblicate dallo stesso Dingli “chiudono la questione”. «Lo abbiamo richiamato, gli abbiamo chiesto di scusarsi pubblicamente, e lo ha fatto. Non vedo la necessità di ulteriori azioni», ha spiegato.
Il ministro della Cultura e degli enti locali, Owen Bonnici, pur definendo le parole «offensive» e «dolorose, in qualità di padre», ha ribadito a Times of Malta che Dingli «si è già scusato» e che «è un peccato che il grande lavoro da lui svolto finora sia infangato da questo genere di commenti», rimettendo la scelta finale agli elettori della cittadina.
Nel dettaglio, ieri, sotto un post condiviso dal media laburista One News su Facebook, riferendosi al candidato leader del PN Adrian Delia, Dingli scriveva, a suo dire ironizzando: «Avrebbe dovuto nascere donna, perché ama troppo essere picchiato».
Successivamente, interpellato da Times of Malta, aveva rincarato la dose allargando persino il cerchio e sostenendo che, più in generale, «i maltesi amano affermare che una donna prova piacere ad essere picchiata anche mentre fa sesso con qualcuno», in riferimento presumibilmente a Delia, in corsa nuovamente per la leadership del PN, sebbene le sconfitte incassate in passato.
Solo in seguito, dopo la diffusa indignazione, aveva pubblicato un breve messaggio di scuse, sostenendo che le sue parole erano state «estrapolate dal contesto».
Le frasi hanno però suscitato un’inevitabile ondata di condanne. Il Partito Nazionalista ha chiesto le dimissioni immediate del vicesindaco, definendo «scandalose» e «incompatibili con un ruolo pubblico» le sue parole, mentre i consiglieri del PN a Mqabba hanno trasmesso un esposto al commissario contro la violenza domestica.
Il segretario parlamentare per le riforme e l’uguaglianza Rebecca Buttigieg ha bollato i commenti come «inaccettabili», ribadendo che l’episodio dimostra quanto occorra continuare a combattere atteggiamenti legati ad un retaggio culturale sbagliato. La Commissione per la violenza di genere e la violenza domestica ha parlato di linguaggio che «alimenta la misoginia e la normalizzazione della violenza».
Durissimo anche la reazione della Malta Women’s Lobby, che ha giudicato l’“apologia” di Dingli una «finta giustificazione senza alcun rimorso» e ha chiesto la sua rimozione immediata dall’incarico. «Non è un contesto o una metafora, ma un insulto che normalizza la violenza sessuale e domestica. Non può restare in carica», ha affermato la Ong.
Infine, aggiunge: «è evidente che il Partito Laburista sia soddisfatto del fatto che Dingli abbia classificato le sue parole come “una metafora” costruita per soddisfare le esigenze altrui, dimostrando totale insensibilità nei confronti delle vittime. Appoggiare queste “scuse” solo perché Dingli ama il suo territorio e ha “lavorato a lungo e duramente nel Consiglio locale” è un pietoso tentativo di giustificare l’ingiustificabile».
(photo credits: Facebook)
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