Le spietate aggressioni ai felini sarebbero il risultato di un’infanzia segnata da abusi verbali e da una forte pressione accademica imposta dalla famiglia. Con queste parole, emerse nel rapporto redatto da un ufficiale di sorveglianza, il 31enne giapponese Satoshi Okamura ha tentato di spiegare alla Corte i motivi dietro la scia di cruenti uccisioni di gatti randagi registrata nei mesi scorsi per le strade del Paese, per la quale si è dichiarato colpevole.
Secondo il funzionario, l’imputato ha dichiarato che gli scatti d’ira esplodevano quando gli animali tentavano di graffiarlo o morderlo mentre cercava di dar loro da mangiare. Avrebbe inoltre sostenuto di non aver mai avuto l’intenzione di uccidere, ma di essere stato travolto da impulsi violenti legati al suo trascorso familiare segnato dal peso di aspettative elevate ed abusi verbali da parte del padre.
La relazione ha però sottolineato anche le versioni contrastanti fornite dal Satoshi nel corso dei vari colloqui, durante i quali solo in un secondo momento ha riferito di essere stato seguito da uno psicologo. Ulteriori analisi sul soggetto non hanno dato evidenza di segni di dipendenze né uso di sostanze stupefacenti, ma gli esperti hanno espresso preoccupazione per la sua salute mentale e suggerito che un’eventuale condanna venga accompagnata da un trattamento terapeutico.
Okamura, impiegato nell’industria dell’iGaming, è stato arrestato il 1° agosto, dopo giorni di caccia all’uomo e analisi delle telecamere di sicurezza. Al momento del fermo gli agenti – uno dei quali rimasto lievemente ferito – hanno trovato guanti in lattice, cibo per gatti e vestiti compatibili con quelli immortalati nei video delle aggressioni.
Davanti al magistrato, l’imputato ha confermato la propria ammissione di colpa già resa il 2 agosto e l’accusa ha dichiarato che controlli incrociati dalle autorità hanno escluso precedenti penali a suo carico. Il procedimento proseguirà il 30 settembre, quando il tribunale sarà chiamato a stabilire l’entità della pena per Okamura, valutando anche le raccomandazioni sul trattamento terapeutico espresse dalla difesa.
(photo credits, da sinistra: Facebook / Romina Frendo; Net News)
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