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Mille cittadini scrivono ad Abela, ministri ed eurodeputati per dire “No” ai finanziamenti UE al gasdotto

di Redazione
23 Gennaio 2024
in Ambiente, Unione Europea
Tempo di lettura:2 mins read
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La Ong ambientalista Friends of the Earth Malta e la Daphne Caruana Galizia Foundation hanno recapitato una lettera aperta ai vertici nazionali ed europei, chiedendo loro di dire escludere la proposta del gasdotto Melita TransGas dai progetti ammissibili ai finanziamenti europei.

Il documento siglato da mille cittadini e rappresentanti di quattordici Ong, è stato indirizzato al Primo Ministro Robert Abela, al Ministro dell’Energia Miriam Dalli, al Ministro delle Finanze Clyde Caruana e agli eurodeputati che fanno parte del Comitato ITRE (Industria, Ricerca ed Energia), ovvero coloro che hanno l’opportunità di rivedere o rifiutare l’inclusione del gasdotto Melita TransGas nell’elenco dei Progetti di Interesse Comune (PCI) che beneficeranno dei fondi Ue, ovvero del denaro pubblico. La votazione si terrà la settimana del 12 febbraio.

«Corruzione, assassinio e distruzione ambientale sono parole chiave associate alla centrale elettrica Electrogas e al gasdotto Melita TransGas proposti dal governo di Malta» scrivono le associazioni nel comunicato che spiega le motivazioni alla base della lettera, citando il video diffuso nell’ottobre 2023, parte della campagna che mette in luce la «realtà inquietante» del progetto Electrogas e del gasdotto Melita TransGas, che costringerà Malta a bruciare combustibili fossili per i prossimi 40 anni.

Quest’ultimo, dal costo stimato di 400 milioni di euro – sottolineano gli attivisti – è stato incluso nel quinto elenco di Progetti di Interesse Comune (PCI) dell’UE, rendendolo ammissibile ai finanziamenti europei, e figura nuovamente nel sesto elenco PCI stilato dal Parlamento europeo, con gli Stati membri che, nella settimana dal 12 al 18 febbraio, saranno chiamati al voto.

Le clausole contenute negli accordi di Electrogas prevedono un pagamento multimilionario alla società una volta che il gasdotto sarà completato e collegato alla centrale elettrica; soldi che andranno nelle tasche dei proprietari effettivi del progetto tra i quali figura anche Yorgen Fenech, accusato di aver commissionato l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia.

La corruzione nel progetto Electrogas è stata un elemento centrale delle indagini portate avanti da Daphne Caruana Galizia tanto che potrebbe essere stata alla base del suo assassinio, sottolineano gli attivisti, citando i risultati emersi dell’inchiesta pubblica indetta sul suo omicidio. A questo proposito, Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista scomparsa, ha dichiarato:

«L’Unione Europea e Malta rischiano non solo di “premiare” il presunto assassino di Daphne Caruana Galizia, ma anche il suo stesso omicidio»

Sul gasdotto Melita TransGas si è espressa anche Suzanne Maas, coordinatrice della campagna sul clima di Friends of the Earth Malta, sottolineando che il progetto

«Condannerebbe Malta a un futuro fatto di combustibili fossili e rappresenterebbe inoltre un investimento incompatibile con gli obiettivi climatici, oltre ad uno spreco di denaro pubblico»

Colin Roche, attivista per la giustizia climatica e l’energia presso Friends of the Earth Europe, ha aggiunto:

«Questo progetto è uno degli ultimi “resti” dell’era dei combustibili fossili a cui l’Europa non ha ancora il coraggio di porre fine, ma che la crisi climatica richiede urgentemente di fare. È giunto il momento di staccare la spina ai nuovi progetti legati ai combustibili fossili e di concentrare i nostri sforzi su fonti rinnovabili economiche e affidabili. Il Parlamento europeo dovrebbe respingere questi progetti e chiedere invece un sistema energetico privo di fossili»

 

(photo credits: Friends of the Earth Malta)
Tags: Daphne Caruana Galizia FoundationElectrogasfondazione Daphne Caruana Galiziafondi europeiFriends of the Earth MaltagasdottoMelita Transgas PipelineUnione Europea
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