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Edilizia a Malta: istruzioni per l’uso

Investimenti sbagliati, ristrutturazioni scadenti e standard di sicurezza abitativa insoddisfacenti sono un rischio sempre dietro l'angolo nel panorama immobiliare Maltese, e comprendere come distinguere un buon lavoro da uno specchietto per le allodole diventa essenziale se non si vuole incorrere in vere e proprie fregature.

di Andrea Ruiu
19 Gennaio 2021
in Attualità, Vita a Malta
Tempo di lettura:5 mins read
1

In questi anni a Malta l’edilizia si è dimostrata un mercato estremamente fiorente.

Questo è certamente vero per quanto concerne la costruzione di nuovi immobili, e almeno in parte anche nel campo della ristrutturazione. Come sempre avviene però, laddove un settore diviene particolarmente redditizio, i consumatori interessati corrono il rischio di incappare in situazioni spiacevoli: bassa qualità dei lavori o scarsa cura dei dettagli a fronte di prezzi che i tempi recenti hanno visto lievitare non poco per quelli che sono di fatto investimenti importantissimi.

L’argomento ci è sembrato di interesse per tanti lettori, e abbiamo pensato di parlarne con qualcuno esperto nel settore, per comprendere meglio questo mercato e ottenere dei consigli utili per orientarsi in questa giungla.

La scelta è ricaduta sul nostro connazionale Carlo Alberto Del Rossi, imprenditore edile che con la sua Establishment  è operativo sul territorio nazionale dal 2014.

Carlo Alberto Del Rossi

Dietro ogni immobile, c’è una reputazione, buona o cattiva

Ultimamente gli expat presenti sull’isola hanno avuto modo di preoccuparsi della qualità degli immobili che acquistavano o che prendevano in affitto. Rifiniture scarse e problemi strutturali hanno generato malcontento o addirittura preoccupazione anche a causa di edifici crollati. A cosa deve attribuirsi questo genere di problemi e come li potremmo evitare?

Dal mio punto di vista è la professionalità dell’impresa edile che determina la qualità dell’unità immobiliare. Di conseguenza ritengo che la soluzione migliore sia quella di indagare sulla sua reputazione prima di affidare qualunque incarico, piccolo o grande che sia.

Partiamo dal presupposto che ogni cosa ha il suo prezzo: come si può pensare di risparmiare sulla sicurezza e su aspetti come demolizioni, scavi e costruzioni varie? Farlo significa di fatto mettere a rischio la vita delle persone, oltre a procurare ingenti danni pecuniari.

Evitare problemi di questo genere è possibile impiegando all’interno del progetto le giuste figure di competenza.

Un possibile sodalizio…edilizio!

Tra gli italiani presenti a Malta c’è anche chi, come te, si occupa di edilizia, portando il valore aggiunto del nostro Know How nella collaborazione con i costruttori locali. Come descriveresti il panorama edilizio Maltese dalla tua prospettiva?

ll livello dell’edilizia a Malta è migliorato notevolmente negli ultimi cinque anni, anche grazie all’intervento di nuove tecnologie di importazione.

Da sette anni la nostra presenza sull’isola è stata continuativa e abbiamo avuto modo di osservare lo sviluppo di questo panorama. Molte metodologie ormai obsolete sono state giustamente rimpiazzate come in ogni sistema in crescita, d’altro canto c’è ancora spazio per ulteriori miglioramenti.

I sistemi costruttivi hanno raggiunto a livello globale standard di altissimo livello, e la chiave di volta è tenersi aggiornati approcciandosi con curiosità alle nuove tecnologie per portare quel valore aggiunto all’interno della nostra realtà aziendale.

Un valido esempio di questa innovazione è un sistema che adottiamo da circa 2 anni e che riscuote molto successo: per abbattere l’umidità di risalita nelle pareti in pietra, pratichiamo delle iniezioni al loro interno con una nuova tecnologia italiana, effettuando il cosiddetto “taglio chimico”.

Sicurezza per chi lavora nel cantiere, ma anche per chi abiterà l’immobile

Un altro elemento che preoccupa e rattrista è il numero di morti e feriti dei cantieri. Le leggi nazionali sembrano non proteggere a sufficienza i lavoratori, come ci comportiamo noi italiani in materia di sicurezza sul lavoro?

Ogni azienda è ad immagine e somiglianza di chi la dirige, perciò credo che il buon senso dovrebbe venire anche prima della legge. Con questo intendo dire che ciascuno dovrebbe, nella propria realtà aziendale, trasmettere ai propri collaboratori il senso di appartenenza a un gruppo coeso e affiatato unitamente alla consapevolezza di dover rispettare le normative vigenti.

Bisogna accettare che in questo ramo più che in altri, la fretta è cattiva consigliera, per questo Il senso di responsabilità è uno dei tanti requisiti per lavorare al meglio ed in sicurezza.

Purtroppo è vero, a volte le disposizioni di legge non vengono rispettate dai vari operatori e quindi è doveroso che l’impresa edile ci metta del proprio, prevedendo e anticipando il rischio di possibili disgrazie.

 

La sicurezza è comunque importante anche per chi abiterà l’immobile. Pensi che in questo, aziende come la tua, possano fare la differenza?

Io credo di sì.

Un mercato sempre più esigente stimola un innalzamento degli standard, e una sana concorrenza stimola il settore a rinnovarsi. Esiste un punto di saturazione oltre il quale sono le scelte del consumatore a decidere quale direzione prenderà il settore.

Ci sono inoltre delle differenze tra Malta e Italia nel campo edilizio. Qui si fa molto riferimento agli architetti per gli aspetti tecnici di un cantiere, oltre che alla progettazione, in Italia invece si cerca piuttosto di essere complementari a loro, dispensando consigli tecnici migliorativi da un punto di vista più pragmatico.

In Establishment questo approccio ha portato ad avere degli importanti riscontri positivi nei lavori, per questo ci auguriamo di poter ispirare anche altre realtà a muoversi in questa direzione.

Cosa si può fare per avere sicurezza e qualità? Ci sono delle specifiche certificazioni che le garantiscano e che possano essere richieste?

No, attualmente non ci sono certificazioni di qualità. Ci si affida ancora una volta al buonsenso del committente affinchè scelga le figure giuste: un buon team fa la differenza per il raggiungimento dell’obiettivo.

Vecchio e nuovo, davvero inconciliabili?

Cosa è possibile fare in materia di ristrutturazione? Perché sembra sempre più semplice abbattere e ricostruire piuttosto che rinnovare e abbellire quello che c’è già?

Questo è compito del Planning Authority, l’ente che individua delle zone protette (Urban Conservation Areas) in cui bisogna rispettare criteri specifici.

Inoltre, molte operazioni di sviluppo immobiliare non sarebbero sostenibili in quanto le strutture più datate hanno dei layout interni discutibili e le strutture stesse non sono adeguate per l’eventuale aggiunta di nuovi piani. Perciò in alcuni casi il Planning Authority decide di mantenere la storica facciata esistente mentre si costruisce una nuova struttura interna.

C’è un edificio al quale hai lavorato qui a Malta che ti ha dato una maggiore soddisfazione o di cui sei particolarmente orgoglioso? 

Ho avuto tante soddisfazioni negli ultimi anni e vedere un cliente appagato è il massimo del profitto, anche perché genera un buon passaparola. Avevo da poco iniziato la mia attività sull’isola quando ho  lavorato alla torre Q1 al Tigne Point, a 23 anni, e la trovai una sfida estremamente motivante, visto anche che si trattava di appartamenti di lusso. E’ una fase che ricordo con emozione e anche una punta di orgoglio!

 …Piccoli dettagli che ci piacerebbe tanto trovare!

Sembra impossibile trovare dei bidet o delle prese elettriche nei bagni maltesi, sarebbe complicato farli installare?

Riguardo i bidet la risposta è si, possono essere installati a patto che vengano previsti gli impianti durante la fase progettuale.

La loro presenza dipende da vari aspetti. In primis si parla di ottimizzazione degli spazi, in quanto in fase progettuale si cerca di avvantaggiare altri ambienti dell’abitazione a discapito dei bagni.

Secondariamente l’aspetto è culturale, e benché Malta sia cosi vicina all’Italia dobbiamo sempre ricordare che è un’ex colonia inglese, dove i bidet non venivano utilizzati.

Per quanto riguarda le prese elettriche, non si può fare.

Il sistema anglosassone non prevede l’utilizzo di prese elettriche normali nei bagni per evitare incidenti fatali, sono consentite le cosiddette shaver units che hanno un doppio isolamento, però funzionano per poche apparecchiature come rasoi elettrici.

Ringraziamo Carlo Alberto per il tempo che ci ha dedicato, ma per i lettori che vogliono mettersi in contatto con lui segnaliamo il sito internet di Establishment e la relativa pagina Facebook.

Tags: attualità +Carlo Alberto del RossiediliziaEstablishmentSicurezza cantieriTema CaldoTignè Point
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Commenti 1

  1. Marco Donati says:
    3 anni ago

    Buona sera, ho una impresa in itali. Dovrei ristrutturare la casa di una mia amica acquistata sull’isola di Malta.
    Volevo sapere se ho bisogno di particolari permessi per lavorae sull’isola, e se ci sono delle normative specifiche per quanto riguarda gli impianti elettrici, ed idraulici.
    Grazie

    Rispondi

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