Tre acquedotti risalenti al periodo coloniale britannico sono stati ufficialmente riconosciuti come beni di valore storico e culturale e saranno ora protetti per legge. La Planning Authority, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali, ha infatti conferito lo status di protezione agli acquedotti di Fawwara (Siggiewi), Xemxija (Triq Ghajn Tuffieha) e Victoria (Gozo), considerandoli rari esempi dell’ingegno idraulico e dell’evoluzione delle infrastrutture pubbliche a Malta nel XIX secolo.
Due delle strutture, Fawwara e Xemxija, hanno ottenuto la designazione di “Grado 2”, mentre l’acquedotto di Victoria ha ricevuto la massima protezione, ovvero “Grado 1”, per la sua rilevanza storica e architettonica.
Queste opere furono costruite in un’epoca in cui l’arcipelago affrontava un significativo aumento demografico e la crescente pressione militare sotto il dominio britannico. L’accesso all’acqua potabile era una sfida primaria, resa ancor più urgente dalla diffusione di malattie come il colera. Proprio in questo contesto, il Governatore Generale Sir Henry Frederick Bouverie promosse importanti interventi di ingegneria idraulica, tra cui la realizzazione dell’acquedotto di Victoria, che trasportava acqua da Ghar Ilma a una cisterna appositamente costruita, già tutelata dal 1998.
L’acquedotto di Fawwara, completato nel 1845, fu una delle principali fonti idriche per Cospicua e le città del sud di Malta, snodandosi lungo i pendii di Siggiewi con una struttura ancora oggi ammirata per la sua ingegneria.
A Xemxija, invece, i resti dell’antico sistema di irrigazione che corre accanto a Triq Ghajn Tuffieha raccontano una storia di agricoltura e riadattamento: probabilmente risalente agli anni Trenta dell’Ottocento, serviva le comunità rurali e in seguito si arricchì di nuove fonti idriche provenienti da Ghajn Astas e San Martin.
«Programmare la protezione di questi acquedotti non significa solo preservare strutture architettoniche», ha dichiarato il presidente della Planning Authority Johann Buttigieg, «ma custodire la memoria collettiva di come le nostre comunità affrontavano sfide fondamentali come l’accesso all’acqua».
Sebbene oggi non più funzionanti, queste infrastrutture restano testimoni silenziosi di un passato in cui l’acqua rappresentava una conquista quotidiana, trasportata con grande fatica e ingegno umano, in netto contrasto rispetto alla modernità dei contatori digitali ed impianti automatizzati.
Questa scelta contribuisce così a rafforzare la consapevolezza sul valore storico dell’acqua a Malta e garantisce che queste strutture siano tramandate alle future generazioni come simbolo di resilienza, innovazione e memoria collettiva. L’elenco completo degli edifici e strutture protette è disponibile sul sito web della Planning Authority.
(photo credits: Planning Authority)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato