Non si è mai effettivamente estinto il dibattito sul possibile ritorno dell’italiano tra le lingue ufficiali di Malta. Una petizione lanciata online chiede infatti di introdurre la lingua di Dante come terza lingua ufficiale accanto al maltese e all’inglese, in virtù di un legame storico, culturale e sociale che unisce da secoli l’arcipelago all’Italia.
Per quasi quattro secoli, l’italiano è stato la lingua della burocrazia, della cultura e della vita pubblica a Malta: introdotto nel 1530 dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, rimase ufficiale fino al 1934, quando fu sostituito dal maltese e dall’inglese per decisione delle autorità britanniche, desiderose di ridimensionare l’influenza culturale italiana sull’arcipelago.
Eppure, nonostante la perdita dell’ufficialità, l’italiano ha continuato a vivere tra i maltesi, forte anche dei numerosi connazionali che risiedono sul territorio e dei flussi turistici in entrata e in uscita, sintomo che il Belpaese non solo è “vicino”, ma piace pure molto. Ancora oggi la lingua italiana è studiata in tutte le scuole pubbliche, parlata correntemente dal 41,34% della popolazione e, secondo alcune stime, compresa dall’86% dei cittadini a vari livelli.
La vicinanza geografica, le trasmissioni televisive e i profondi legami storici e commerciali hanno fatto sì che l’italiano restasse una lingua “familiare” per i maltesi. Cognomi di origine italiana sono diffusi in tutto il territorio, insegne pubbliche, menù dei ristoranti e persino la festa nazionale del Sette Giugno mostrano chiaramente le forti connessioni e l’influenza tricolore. La Gazzetta ufficiale del governo maltese fino al 1964 era pubblicata in tre lingue: italiano, maltese ed inglese.
«L’italiano si parla a Malta, il mio Paese, da secoli. È la terza lingua più diffusa, ed è parlata da più della metà dei cittadini», ha affermato di recente il Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, attraverso un videomessaggio diffuso sui canali del Ministero degli Esteri italiano in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo.
«La lingua che parliamo – ha sottolineato Metsola – è lo strumento attraverso cui veicoliamo la nostra cultura, la nostra storia, i nostri valori, la nostra visione del mondo. Viva la lingua italiana, viva l’Italia e viva l’Europa».
Il tessuto culturale italiano a Malta è alimentato dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla Società Dante Alighieri che organizza corsi di italiano frequentati ogni anno da centinaia di studenti. La lingua italiana, come già detto, è insegnata in tutte le trenta scuole pubbliche del Paese e presso l’Università di Malta è persino presente un dipartimento di Italianistica.
Dal 2017 è inoltre attivo il Corriere di Malta, giornale online in lingua italiana punto di riferimento quotidiano non solo della comunità italiana presente sul territorio, ma anche dei maltesi che apprezzano la lingua e la cultura del Belpaese.
L’articolo 5 della Costituzione maltese prevede la possibilità di introdurre nuove lingue ufficiali: uno spiraglio che alimenta le speranze dei promotori della petizione e dei numerosi sostenitori (al momento sono oltre 8.000 i firmatari, ndr.), che confidano in un riconoscimento a pieno titolo di una lingua così profondamente legata al patrimonio identitario e culturale maltese.
Di fatto, l’italiano non ha mai smesso di essere parte di questo territorio: vive da secoli e continuerà a farlo tra la gente, nelle scuole, tra le mura di casa, sul web. Resta ora da capire se la politica sarà pronta a riconoscerlo di nuovo anche a livello ufficiale, per non dimenticare le proprie radici e a guardare sì avanti, ma senza rinunciare ad una parte essenziale della propria identità.
Coloro che desiderano sottoscrivere la petizione, possono farlo tramite questo link.
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