Il governo si trova a dover gestire l’ennesima patata bollente dopo il polverone sollevato dalla relazione redatta dal National Audit Office (NAO) che ha rivelato gravi irregolarità nella concessione di terreni pubblici al Fortina Group a Sliema, che avrebbero comportato una perdita per lo Stato – quindi fondi pubblici – stimata tra i 13 e i 16 milioni di euro.
Secondo il rapporto, nel luglio 2019 il Parlamento approvò la rimozione di vincoli che limitavano l’uso dei terreni a fini turistici e ne impedivano lo sviluppo edilizio. In cambio, Fortina versò 8,1 milioni di euro, cifra stabilita dalla Lands Authority sulla base di una valutazione interna redatta da tre architetti.
Questa somma, però, era molto più bassa rispetto ai valori reali: una perizia indipendente commissionata dal board della medesima autorità stimava infatti i terreni in 18,3 milioni di euro, cifra che sarebbe salita a quasi 24 milioni se il pagamento fosse stato rinviato al termine dei lavori. La verifica parallela e indipendente compiuta dalla Corte dei conti ha stimato il valore effettivo dei terreni in 21 milioni di euro, confermando ulteriormente la discrepanza delle cifre che, sempre secondo l’ente, sarebbero state calcolate su parametri parziali e soggettivi.
Sempre secondo il NAO, l’allora presidente del board della Lands Authority, l’ex giudice Lino Farrugia Sacco (deceduto nel 2021), nascose deliberatamente la valutazione fornita dalla società incaricata dall’autorità, sostenendo falsamente che fosse ancora “in corso di elaborazione”. In realtà il documento era stato consegnato nell’aprile 2019, ma non venne mostrato né all’allora ministro delle Infrastrutture Ian Borg, né al sottosegretario Chris Agius, né al Parlamento, che votò all’oscuro della vera portata economica dell’affare. Secondo il revisore dei conti, questa condotta ha “fuorviato le istituzioni” e favorito interessi privati a scapito di quello pubblico.
Il rapporto cita anche l’ex Capo di Gabinetto dell’Ufficio del Primo ministro, Keith Schembri, che sarebbe stato a conoscenza della perizia nascosta e avrebbe preso parte a un “più ampio sforzo” per insabbiarla. La società di revisione, infatti, fu istruita ad indirizzare la fattura delle prestazioni direttamente all’ufficio di Schembri, che convocò persino una riunione con i revisori. Per il NAO questo collegamento è “parte integrante del tentativo di occultamento”.
Schembri ha negato ogni responsabilità sostenendo di aver agito nel pieno rispetto delle procedure, dichiarando inoltre di non ricordare la riunione e di non aver avuto alcun coinvolgimento diretto nell’operazione.
Emergono inoltre sospetti su presunte fughe di notizie verso Fortina Group, che avrebbe avuto accesso a valutazioni interne della Lands Authority non ancora comunicate ufficialmente, e su conflitti di interesse dichiarati dall’allora Ceo dell’autorità, James Piscopo.
Una sequenza di eventi ritenuta “sospetta” per la Corte dei conti maltese potrebbe essere, per esempio, la controfferta da 2,7 milioni di euro presentata dal gruppo che, poco dopo, ha scelto di accettare senza esitazioni la valutazione “ufficiale” da 8,1 milioni, benché non le fosse mai stata formalmente notificata dall’autorità.
Sta di fatto che nel luglio 2019 il Parlamento approvò, grazie alla maggioranza di voti a favore espressi dai deputati al governo, la rimozione dei vincoli sui terreni di Fortina Group a Sliema, basata sulla valutazione interna da 8,1 milioni di euro della Lands Authority, nonostante al tempo esistesse già una perizia indipendente da oltre 18 milioni, e quella del NAO da 21 milioni. L’accordo fu formalizzato il 26 luglio con la firma del nuovo contratto.
I sospetti sull’operazione sono proseguiti anche nel 2023, quando l’attuale Ceo della Lands Authority, Robert Vella, negò alla Corte dei conti (che già stava indagando sulla questione) di avere copia della valutazione da 18 milioni, salvo poi ammettere che il documento era negli archivi già dal 3 aprile. Una “deliberata omissione” secondo il NAO.
La reazione del governo è stata prudente: un comunicato ufficiale ha ricordato che nel 2024 sono state introdotte nuove regole per rendere più trasparenti le valutazioni e ha difeso l’operazione del 2019 come “un investimento di qualità” che triplicava la cifra proposta inizialmente dalla società. Nessun riferimento, tuttavia, ai valori molto più elevati messi in luce dall’audit indipendente e tenuti nascosti al Parlamento.
Dal canto suo, Fortina Group ha diffuso una nota ufficiale in cui nega ogni insinuazione emersa a carico della società, precisando di voler analizzare con attenzione il contenuto del rapporto di oltre 200 pagine redatto in 4 anni prima di commentare ulteriormente. Il NAO ha raccomandato che le autorità competenti avviino ulteriori accertamenti, aprendo la strada a possibili conseguenze penali, come chiesto a gran voce da più fronti.
(in copertina: immagine di archivio, render del progetto)
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