Otto anni di carcere per Mark Dimech, 43 anni, ritenuto colpevole di aver aggredito l’italiano Daniele Nardelli all’interno del locale notturno PlusOne di Paceville, sferrandogli un solo, insensato pugno che ha gli cambiato per sempre la vita causandogli una disabilità permanente.
Secondo la ricostruzione dei fatti emersa in tribunale, nella notte del 2 agosto 2015 Nardelli, in vacanza a Malta con un amico, si trovava in pista quando Dimech lo colpì improvvisamente con un pugno al volto, facendolo crollare a terra privo di sensi. Le forze dell’ordine, giunte sul posto, sottovalutarono la gravità dell’accaduto, ipotizzando che il turista fosse ubriaco (in realtà non aveva assunto neanche una goccia d’alcol) e si allontanarono senza approfondire né identificare l’aggressore.
Accompagnato in ospedale dall’amico con epistassi e forti dolori, Nardelli fu dimesso dai medici che attribuirono i sintomi ad una “semplice” reazione da shock. Poche ore dopo, però, vi tornò d’urgenza lamentando vertigini, perdita di equilibrio e formicolii agli arti. Gli esami rivelarono una frattura sotto l’occhio e una grave lesione cervicale, che aveva provocato lo spostamento di una vertebra e la compressione del midollo spinale.
Si sottopose ad un intervento chirurgico in Italia, ma il danno neurologico si rivelò irreversibile. Oggi Nardelli, come certificato dal neurochirurgo intervenuto in aula, vive con una disabilità permanente del 25%: tra le varie difficoltà non riesce a camminare correttamente, fatica a scrivere e a mangiare da solo, e soffre di costanti tremori alla mano dominante. Prima dell’aggressione conduceva una vita attiva e sportiva, interrotta da un inspiegabile gesto di violenza.
Nel corso del processo è emerso che Dimech lavorava come addetto alla sicurezza del locale senza regolare licenza, circostanza che lui stesso — così come il titolare del PlusOne — ha negato. Tuttavia, secondo gli inquirenti, le foto pubblicate sul sito del club lo ritraevano chiaramente “in servizio” e non come cliente.
Il magistrato lo ha riconosciuto colpevole di lesioni gravi, disturbo della quiete pubblica, esercizio abusivo di attività di sicurezza e recidiva, assolvendolo però dal reato di rissa aggravata. Nelle motivazioni si legge che «il comportamento irresponsabile e inaccettabile dell’imputato ha lasciato la vittima con conseguenze permanenti e irreversibili».
Dimech è stato condannato a otto anni di reclusione ed al pagamento di 442 euro di danni materiali, con la Corte che ha sottolineato come la severità della pena «doveva inviare un chiaro messaggio di fermezza» contro la violenza gratuita nei luoghi pubblici, emanando inoltre un ordine restrittivo di tre anni a tutela di Nardelli.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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