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Botte, minacce, taser e spray al peperoncino sui migranti: in tribunale le prove contro i tre poliziotti sospesi

Molti agenti testimoniano contro di loro

di Federico Valletta
13 Ottobre 2022
in Giudiziaria
Tempo di lettura:3 mins read
0

Si aggrava e non di poco la posizione dei tre agenti di polizia accusati di sequestro e uso eccessivo di violenza contro alcuni cittadini stranieri, comparsi di nuovo oggi in tribunale per la fase di raccolta prove.

A incastrare i ventenni Luca Brincat, Rica Mifsud Grech e Jurgen Falzon sarebbero numerose testimonianze e prove video. Secondo quanto riportato dai media locali, le indagini sarebbero partite il 7 ottobre dalla segnalazione di un collega dei tre imputati, che avrebbe parlato di abusi presso il commissariato di Hamrun. Due sergenti avrebbero poi inviato una mail ai superiori in merito all’accaduto.

Uno dei testimoni avrebbe inoltre assistito ad un pestaggio avvenuto ad inizio settembre in una zona appartata di Qormi. In quell’occasione Falzon e Brincat avrebbero preso a calci e pugni un uomo di nazionalità straniera, fermato poco prima a Marsa perché era ubriaco ed urlava, arrivando anche a lanciargli contro una pietra. Il fatto sarebbe avvenuto di notte, con Brincat che avrebbe inoltre chiesto al collega di spegnere la bodycam, ricevendo però un diniego e procedendo così in autonomia a fermare le registrazioni.

Non solo: un secondo agente chiamato a deporre avrebbe affermato di essere stato testimone di altri atti violenti: tutti e tre gli imputati, sempre nel turno di notte, avrebbero utilizzato una pistola elettrica (taser) e spray al peperoncino contro stranieri che dormivano all’aperto, senza alcun motivo legato alla sicurezza pubblica.

Un terzo poliziotto sarebbe stato testimone di un altro abuso di Brincat e Falzon a Marsa: chiamati da alcuni maltesi per allontanare un uomo molesto, i due agenti avrebbero però avvicinato la persona sbagliata, per poi caricarla in auto e condurla a Qormi, dove sarebbe stata picchiata selvaggiamente, nonostante gli fosse stato detto di aver commesso un errore. Anche in questo caso il testimone afferma che i colleghi gli avrebbero chiesto di spegnere la bodycam.

Tutti i filmati delle telecamere personali degli agenti sono stati sequestrati dagli inquirenti. Altre prove incriminanti sono state trovate nell’auto di Mifsud Grech: un taser e dello spray al peperoncino. Brincat è invece stato trovato in possesso anche lui di spray al peperoncino e di un coltellino, lo stesso che avrebbe utilizzato per minacciare uno straniero presso la stazione di Hamrun. Un video mostrerebbe infatti l’agente fare il classico segno del taglio alla gola nei confronti della vittima, alla quale avrebbe intimato di non creare più problemi, “altrimenti, la prossima volta…”. Altre prove potrebbero arrivare dai filmati di videosorveglianza di una fattoria di Qormi, nei pressi del luogo dei presunti pestaggi.

In aula è stata chiamata a testimoniare anche una presunta vittima degli abusi, che avrebbe affermato di essere stata caricata su un’auto della polizia per ubriachezza e presa successivamente a calci e pugni, confermando quanto già raccontato da altri poliziotti. L’uomo non avrebbe sporto denuncia per paura di non essere creduto, rischiando di passare altri guai.

Al momento, gli avvocati difensori hanno cercato di far leva sulle ipotetiche lesioni subite dagli stranieri aggrediti, che non sarebbero state certificate da medici o ricoveri in ospedale, oltre alla mancanza di denunce presentate dalle stesse presunte vittime.

La prossima udienza è prevista per settimana prossima. Nel frattempo i tre imputati resteranno invece in carcere fino al 20 ottobre, quando il tribunale deciderà se incriminarli sulla base delle prove raccolte.

 

(photo credits: Facebook)
Tags: agenti di poliziaIn evidenzaJurgen FalzonLuca BrincatmigrantiPoliziaRica Mifsud Grechviolenza
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