Nuovi dettagli sono emersi in tribunale sul caso della presunta frode milionaria ai danni dell’MCAST che vede imputata Francine Farrugia, ex manager della sezione paghe e contributi dell’istituto ed ex consigliera locale del PN a Siggiewi, accusata di appropriazione indebita, frode, riciclaggio e abuso d’ufficio per aver presumibilmente sottratto oltre 2,3 milioni di euro dai conti del college.
Durante l’udienza ha testimoniato David Schranz, direttore di Dakar Software Systems, l’azienda che fornisce all’MCAST la piattaforma informatica per la gestione degli stipendi, illustrando il presunto stratagemma utilizzato tra settembre 2023 e luglio 2025 per aggirare i controlli interni e dirottare fondi pubblici verso conti personali.
Secondo la testimonianza riportata dai media locali, Farrugia avrebbe sfruttato una falla nel sistema gestionale inserendo temporaneamente nel database nominativi di dipendenti inesistenti o ex colleghi reintegrati solo in maniera fittizia, sostituendo i loro IBAN con i propri appena prima dell’elaborazione mensile delle buste paga. Una volta generato il file bancario, i dati venivano ripristinati o cancellati, così che nei report contabili finali non emergesse alcuna irregolarità.
A detta di Schranz, esclusi febbraio e giugno 2025, le transazioni illegali si sarebbero verificate in tutti i restanti mesi analizzati, forti del fatto che l’inganno non poteva essere rilevato dai controlli di routine, basati soltanto sulle operazioni indicate nei report conclusivi. Il testimone ha aggiunto che il sistema era stato manipolato anche attraverso pagamenti duplicati, bonus inesistenti e stipendi destinati a personale non più in servizio, tutti riconducibili — secondo gli accertamenti tecnici — a conti intestati all’imputata.
In servizio all’MCAST dal 2019 e successivamente nominata responsabile dell’ufficio paghe, Farrugia ha respinto la serie di accuse mosse a suo carico. Dalle indagini preliminari è emerso che parte dei fondi sottratti sarebbe stata destinata all’acquisto di beni di lusso: abbigliamento e accessori firmati, gioielli, borse griffate, ma anche immobili e auto.
Le indagini spinsero il Ministero dell’Istruzione a istituire una Commissione d’inchiesta indipendente incaricata di accertare eventuali responsabilità amministrative e valutare l’efficacia dei sistemi di controllo interno dell’istituto.
(photo credits, in copertina da sinistra: MCAST e Facebook)
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