Andreina Fenech Farrugia, ex direttrice del Dipartimento della Pesca, è finita davanti al giudice per rispondere delle accuse di corruzione, riciclaggio, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito della maxi-inchiesta avviata nel 2018 sull’esportazione illegale di tonno rosso da Malta alla Spagna. In aula è comparso anche Giovanni Ellul, direttore di Malta Fish Farming (MFF) Ltd, chiamato a rispondere di riciclaggio, falsificazione di documenti, utilizzo di atti falsi e partecipazione ad un’organizzazione criminale; entrambi si sono dichiarati non colpevoli delle contestazioni.
Secondo quanto emerso durante l’udienza, parte del tonno veniva esportata regolarmente via aerea verso Roma e poi in Spagna, mentre consistenti carichi seguivano un percorso parallelo: via mare fino a Marsiglia e successivamente in un magazzino illegale a Valencia, da dove sarebbero stati immessi sul mercato spagnolo eludendo i controlli sanitari previsti per la conservazione e l’esportazione.
Fra le irregolarità riscontrate dalle autorità iberiche figura anche la documentazione di tracciabilità e cattura: i certificati BCD (Bluefin Catch Documentation), che per norma devono essere univoci e riferiti a ogni singolo esemplare, sarebbero stati duplicati o riutilizzati, risultando identici per più esemplari e utilizzati tanto per i carichi legali quanto per quelli di contrabbando
L’inchiesta — nota come “Operazione Tarantelo” — ha documentato movimenti via terra e mare che, secondo gli atti, avrebbero visto circa 2,5 milioni di chili di tonno l’anno transitare per canali sospetti, per un giro d’affari stimato in oltre 12 milioni di euro annui. La Guardia Civìl, all’origine dell’indagine, richiese la collaborazione delle forze maltesi dopo che nel 2018 alcuni consumatori si erano ammalati in seguito al consumo di tonno contaminato da alti livelli di alcune sostanze chimiche nocive per la salute umana.
Sono stati inoltre citati in aula messaggi e intercettazioni che, secondo l’accusa, confermerebbero i rapporti tra Fenech Farrugia e l’imprenditore spagnolo José Fuentes Garcia, indicato nelle indagini internazionali come figura centrale nel traffico di tonno. In uno dei messaggi citati dall’accusa e riportati dai media locali, la donna gli avrebbe scritto: «Sono a Bruxelles solo per te. Devi pagarmi perché ho un incontro con il direttore generale», mentre in un altro: «Finché non ti vedo non ti dico nulla sul lavoro».
Analisi finanziarie avrebbero rilevato che l’ex funzionaria disponeva di cinque conti bancari: uno personale e uno per i risparmi, poi tre conti cointestati col marito per ciascuno dei figli. Secondo gli inquirenti, su questi ultimi i nonni vi avrebbero fatto confluire versamenti regolari di circa 2.000 euro al mese, che venivano poi rapidamente trasferiti su quelli personali della Fenech Farrugia: una dinamica giudicata sospetta dagli investigatori. La corte ha ritenuto che sussistono elementi sufficienti per procedere e ha rinviato il caso alla fase istruttoria; la prossima udienza è fissata per novembre.
(immagine di repertorio)
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