Nuovi dettagli sono emersi nel procedimento penale a carico di Damiano Nicastro, 35enne italiano residente a Zurrieq, accusato di traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione nei confronti di tre colombiane. Dopo la deposizione di una delle donne – identificata in aula come Vittima A – è stata la nipote più giovane, (Vittima C), a raccontare in tribunale episodi di abusi, minacce e ricatti, respinti dall’imputato che si dichiara innocente.
Secondo il suo racconto, il gruppo – composto dalla zia e dalle due sorelle (Vittime B e C) – era giunto a Malta nel febbraio 2023, dopo un viaggio da Medellín a Parigi con scalo a Bogotá, con la promessa di impieghi come escort e addette alle pulizie part-time. Ad accoglierle in aeroporto sarebbe stato lo stesso Nicastro, che le avrebbe poi condotte in un appartamento a Naxxar.
Una volta stabilite sull’isola, però, la situazione avrebbe presto preso una piega diversa. In aula, la giovane ha riferito che un uomo identificato come “Paolo” pretendeva da lei rapporti sessuali come forma di rimborso per il presunto debito contratto per le spese di viaggio delle tre donne. «Ogni volta che lo vedevo, chiedeva favori sessuali», ha dichiarato, specificando di aver avuto con lui tre o quattro rapporti. Secondo quanto le era stato riferito, quegli atti sarebbero serviti a coprire non solo il proprio debito, ma anche quello della sorella e della zia.
Inizialmente i rapporti con Nicastro sarebbero stati “cordiali”. Ma la situazione sarebbe precipitata poco dopo, quando l’uomo – insieme a “Paolo” – avrebbe richiesto i passaporti delle tre donne con la scusa di doverli utilizzare per le pratiche dei permessi di lavoro. Una volta in possesso dei documenti, secondo la testimone, sarebbe iniziato il ricatto: pagare diecimila euro per riaverli.
Come già testimoniato dalla Vittima A, le donne riuscirono a versare solo una parte della somma, ricevendo in risposta un messaggio intimidatorio da “Paolo”: «Vi troverò e vi farò del male». Quando le minacce iniziarono ad intensificarsi e i soldi finirono, le donne temettero per la loro incolumità e si rivolsero alla polizia.
Il racconto della testimone ha fatto emergere un presunto sistema di controllo ben rodato: le due parenti erano tenute a consegnare parte dei loro guadagni alla più giovane, che avrebbe fatto da tramite con Nicastro o il suo presunto complice. Il caso si aggiornerà nelle prossime settimane quando in aula saranno ascoltati nuovi testimoni.
(immagine di repertorio)
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