L’ennesimo tragico incidente avvenuto alle prime luci dell’alba di questa mattina a Birkirkara è costato la vita a Khim Bahadur Pun, 42 anni, originario del Nepal e residente a Malta da tre anni, dove lavorava come fattorino impegnato nelle consegne di cibo a domicilio. L’uomo, padre di tre figli, è morto sul colpo dopo essere stato travolto da una Maserati Levante guidata da un ragazzino di soli 17 anni.
Lo schianto fatale è avvenuto intorno alle 5:20 del mattino lungo Triq Salvu Psaila. Secondo le prime ricostruzioni, il potente SUV, con a bordo tre giovani, si è scontrato violentemente con la motocicletta Kymco di Pun, finendo la corsa contro tre veicoli parcheggiati lungo la carreggiata. Subito dopo lo schianto, il conducente del potente mezzo e i due passeggeri sono fuggiti a piedi abbandonando la scena, e il 42enne che agonizzava a terra.

Uno di loro, una 18enne di Mosta, è stata rintracciata qualche manciata di minuti dopo nelle vicinanze e arrestata. La giovane, risultata gravemente ferita, è stata trasportata all’ospedale Mater Dei per le cure.
Il 17enne al volante e un altro passeggero, anch’egli di 18 anni e residente a Qormi, sono stati fermati alcune ore più tardi dalla polizia. Il SUV è risultato di proprietà del padre del giovane minorenne alla guida.
Sul luogo dell’incidente è intervenuta un’équipe medica che non ha potuto far altro che constatare il decesso del motociclista. L’episodio ha suscitato forte indignazione e rabbia sui social, alimentando ancora una volta il dibattito sul tema della sicurezza stradale a Malta, ancor di più in questo caso che ha visto un ragazzino di appena 17 anni al volante di un micidiale bolide.
Il magistrato di turno ha aperto un’inchiesta e nominato diversi esperti per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Nel frattempo, la comunità nepalese a Malta, attraverso la Non-Resident Nepali Association (NRNA), ha avviato una raccolta fondi per rimpatriare la salma della vittima in Nepal.
Quella di oggi è la diciottesima vittima della strada registrata a Malta da inizio anno.
«Le nostre strade ci stanno uccidendo»: denunciava solo qualche giorno fa la Ong Rota, puntando il dito contro l’inerzia delle autorità ed il «fallimento sistemico» della sicurezza stradale, tra infrastrutture pericolose, carenza di controlli, cultura dell’impunità e pene troppo blande.
(photo credits: Malta Police Force e Facebook)
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