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I genitori lavorano ma le paghe sono basse: 22 bambini rischiano la deportazione da Malta

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I genitori lavorano ma le paghe sono basse: 22 bambini rischiano la deportazione da Malta

di Andrea Ruiu
29 Dicembre 2019
in Lavoro
Tempo di lettura:2 mins read
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Ventidue minori rischiano la deportazione da Malta perché i genitori non guadagnano abbastanza, pur avendo dei contratti in regola.

Sono 22 i minori che rischiano la deportazione, secondo quanto comunicato dall’agenzia governativa Identity Malta, che si occupa della concessione dei permessi di soggiorno e di residenza sulle isole maltesi.

La situazione, estremamente controversa, sta generando molto rumore grazie all’intervento di alcune Ong e dei media.

Il punto centrale è che, secondo la legge in vigore, uno straniero extracomunitario — per poter vivere a Malta — deve guadagnare più di 11.000 euro l’anno. Una coppia sposata, 19.000 euro. A cui vanno aggiunti 3.800 euro l’anno per ogni figlio. In sostanza una famiglia di quattro persone, per risiedere a Malta, deve guadagnare 26.600 euro l’anno (più di 2200 euro al mese). Questa cifra deve essere al netto di bonus e straordinari: deve essere cioè certificata da contratto di lavoro.

Se la famiglia di immigrati non può certificare questo reddito Identity Malta ha pronta la soluzione: deportazione dei minori «da dove sono venuti». I genitori possono restare a Malta a lavorare in regola, ma con stipendi talmente bassi da non potersi permettere «il lusso» di tenere con sé i propri figli.

Secondo la deputata laburista Julia Farrugia Portelli, sottosegretaria con delega alla cittadinanza, la decisione di Identity Malta è presa per il bene dei bambini e per non esporli a condizioni economiche svantaggiose.

Una risposta che lascia più perplessità di quante ne risolva.

Sembra infatti che il governo maltese consideri più praticabile la strada della deportazione anziché lavorare sulla riduzione del costo della vita, sull’innalzamento della paga oraria (una delle più basse d’Europa) e/o sull’aiuto economico alle famiglie considerate “povere”.

Famiglie di lavoratori che lavorano e pagano le tasse ricevendo salari considerati legali.

È dunque lo stesso governo che consente paghe sotto la soglia considerata dignitosa a parlare del bene dei bambini che intende allontanare: un ossimoro alle orecchie dei genitori e non solo alle loro.

Il rischio di povertà è fissato a meno di 8.868 Euro l’anno (pari a circa 739 mensili) per lavoratore senza contare eventuali coniugi e figli.

Nei calcoli di Identity Malta potrebbero esserci voci non considerate, come regime bonus del governo, straordinari o mance che consentirebbero facilmente di colmare il gap.

Parole taglienti e dirette

Abbiamo deciso di riportare, tradotte in italiano, le parole del cittadino serbo Aleksander Dimitrijevic, che accusa il governo maltese di razzismo mascherato da «preoccupazione per il benessere dei bambini»:

Benvenuto a Malta caro straniero di cui avevamo disperatamente bisogno per colmare le lacune occupazionali nella nostra economia.

Benvenuto nel luogo in cui ammettiamo che 19.000 è un salario da povertà appena sufficiente a coprire la mera esistenza di una famiglia e chiamiamo questo “Boom economico”.

Benvenuto nel luogo così “pro-vita” e innamorato dei bambini da difendere fino in fondo un embrione, ma se sei straniero e osi diventare un genitore, ti chiederemo legalmente di inviare quel fastidio, quel peso di bambino, da qualche altra parte – così che tu possa concentrarti sull’essere schiavo delle esigenze aziendali locali.

Benvenuto a Malta, caro straniero, purché possiamo servirci di te e tu non osi fare cose umane – come avere figli o metter su famiglia. Ci servi solo come strumento usa e getta privo di essenza.

… e se non ti piace, puoi tornare nel tuo paese. C’è sempre più gente disperata e, soprattutto, single che possiamo usare in modo completamente non razzista.

I 22 bambini che rischiano di essere deportati da Malta
Tags: Aleksander Dimitrijevicidentity maltaJulia Farrugia PortelliRimpatrioSoglia di povertàTema Caldo
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