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Egoismo ed assenza di controlli: ecco come chi ha il Covid-19 può andare in giro senza preoccuparsi di diffondere il contagio

di Redazione
21 Novembre 2021
in Lettere
Tempo di lettura:4 mins read
4

Sebbene a Malta la curva dei decessi di pazienti positivi al Covid-19 e la situazione negli ospedali sembrino essere sotto controllo, il bollettino dei contagi riporta quotidianamente segnali di aumento più o meno in tutta Europa che, secondo quanto recentemente dichiarato dalle Autorità sanitarie, si prepara a gestire la possibile quarta ondata della pandemia da Coronavirus.

Malta è stata classificata fino a qualche giorno fa come uno dei Paesi europei più sicuri e, per frenare l’avanzata dei contagi, ha puntato sin da subito alla somministrazione del siero anti Covid-19, scelta che continua a confermare anche ora con l’inoculazione delle dosi di richiamo.

Nonostante gli sforzi profusi per ridurre al minimo i rischi di trasmissione, in questi ormai quasi due anni di pandemia tutti dovrebbero aver imparato – molti anche a proprie spese – che ogni misura di contenimento, restrizione o quant’altro, risulta insufficiente se non è accompagnata dal buon senso e dalla responsabilità personale che ognuno di noi è chiamato ad avere, per se stesso e per il prossimo, anche quando l’allentamento delle misure sembra rendere il Coronavirus solo un lontano ricordo, complici le occasioni di scambio sociale e del green pass che, anche con doppia dose di vaccino, non esclude di certo un possibile contagio o trasmissione.

Un altro problema è la mancanza di controllo verso le persone che, dichiarando di avere i sintomi, restano in attesa di un appuntamento per effettuare il test, rimettendo alla loro sensibilità la decisione di rimanere in auto-isolamento.

A porre l’attenzione su questa problematica è una nostra lettrice, Maria Stella Borgia, che ci scrive per raccontare la sua esperienza. Il suo intento, attraverso il nostro giornale, è quello di suscitare una maggiore sensibilità in coloro che, assumendo comportamenti più responsabili, potrebbero contribuire a ridurre la diffusione del contagio.

«Mi chiamo Maria Stella e vi scrivo perché mi sento in dovere di condividere la mia esperienza per riuscire a trasmettere un po’ di buon senso.

Il Corriere di Malta è letto da tantissime persone, residenti e non, quindi potrebbe essere il posto giusto per sollecitare la gente a riflettere e sensibilizzarsi verso una problematica comune che ho vissuto in prima persona sulla mia pelle.

Lunedì 8 novembre mi sono svegliata di buon mattino per recarmi a lavoro ma ho avvertito sin da subito spossatezza e mal di testa. Pensando fosse una cosa passeggera, mi sono recata a lavoro. Intuendo che stavo peggiorando, ho deciso di ritornare a casa e prendere un giorno di riposo.

Dopo un paio d’ore, i sintomi sono peggiorati: febbre alta, mal di testa lacerante, dolori alle ossa ed alle articolazioni e, ultimo ma non meno importante, la perdita del gusto e dell’olfatto. Riconoscendo i sintomi mi sono subito allarmata, e così di mia spontanea volontà ho deciso di prenotare un test PCR (più accurato del test rapido) prenotando all’111.

L’operatore, rispondendo alla mia chiamata, ha accertato la sintomatologia prospettando la possibilità di un test immediato se avessi avuto un’auto o un accompagnatore, oppure un’attesa di quattro giorni se avesse dovuto invece provvedere l’ente stesso ad inviarmi un taxi, a causa dell’elevata richiesta di test. Questo mi ha letteralmente scioccata.

Fissare un appuntamento dopo quattro giorni implica un’elevata possibilità di diffusione del virus se le persone in attesa di sottoporsi a tampone, con leggerezza ed incoscienza, continuano in quell’arco di tempo ad uscire come se nulla fosse.

Venendo in contatto con altre persone, contribuiscono infatti a diffondere il virus a macchia d’olio, sapendo che molto probabilmente, al 60-70% hanno contratto l’infezione.

Dettata dal senso di responsabilità e per accorciare i tempi di attesa dell’eventuale esito, ho chiesto ad un amico di darmi un passaggio.

Concludendo, l’esito del tampone molecolare avuto il 10 di novembre è risultato positivo al Covid-19, nonostante io abbia ricevuto la somministrazione di entrambe le dosi di vaccino.

Con la mia esperienza cosa voglio dire? Che nonostante la doppia dose vaccinale, non siamo al sicuro dal virus. La pandemia non è finita, e con il vaccino non siamo ritornati alla normalità. La mancanza di controllo, di responsabilità e di buon senso sta solo peggiorando la situazione.

Se mi fossi comportata come la maggior parte delle persone che pensano egoisticamente di non essere una possibile causa di contagio, avrei aspettato qualche giorno fino alla scomparsa dei sintomi e poi sarei andata dal medico per il certificato di malattia, ritornando alla mia vita normale, senza che nessuno avesse sospettato nulla.

È una vergogna che dopo tutto quello che abbiamo passato, queste cose possano ancora accadere! Non mi sorprende che abbiamo ancora molti casi attivi a Malta. Tutto ciò mi preoccupa, e mi preoccupo anche delle conseguenze che questa costante disattenzione e superficialità può provocare. Questo è uno dei motivi per cui, quando ho avuto i primi sintomi, ho deciso di mettermi in quarantena ed informare tutte le persone con cui sono entrata in contatto fino alla comparsa dei sintomi, invitandole ad effettuare un test molecolare.

Non mettete a rischio la vita degli altri per la vostra incoscienza ed il vostro egoismo, con o senza vaccino».


Il Corriere di Malta rimane a disposizione di tutti coloro che volessero condividere la propria esperienza contattando la redazione all’indirizzo email [email protected]

Tags: coronavirusCOVID-19
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Commenti 4

  1. Frank Brown says:
    6 mesi ago

    La campagna di trattamento genomico (falsamente denominata vaccinale) non ha affatto lo scolpo di immunizzare i pazienti, come troppi sprovveduti si ostinano a credere.

    Dopo numerosi arresti domiciliari, è stata fatta la seconda dose, la cui efficacia è stata di 5 mesi. Ora siamo alla terza dose, che durerà presumibilmente di meno. E poi? Il problema non è stato risolto anzi, è stato aggravato.
    Si tratterebbe di un esito medico-clinico disastroso, se non fosse che quanto sta avvenendo ha ben poco a che vedere con la medicina.

    Il vero obiettivo di tutto questo lo ha ben chiarito il filosofo Agamben insieme a molti altri autorevoli intellettuali: attraverso una prassi sociale volutamente irrazionale si diffonde nella popolazione quella rassegnazione, quel senso di inevitabile sottomissione necessario all’imposizione di un sistema di controllo di massa.

    Cari amici, svegliatevi dall’ipnosi: ormai la protesta non è più un diritto, sta diventando un dovere. |Die Weiße Rose – Resistenza!|

    Rispondi
    • Arianna says:
      6 mesi ago

      Buon Dio i complottari pure qua, ma anche basta. Che laurea in medicina hai per affermare ciò che affermi? Se la risposta è: mi sono informato sull’internet, allora taci e smettila di fare disinformazione.

      Rispondi
  2. Bruno Gaggi says:
    5 mesi ago

    meglio non rispondere a questi intellettuali filosofi fasulli , i problemi sono ben altri di questi sospetti di complotti globali .
    I problemi attuali sono da incrementare i controlli ed accelerare le terze o ricordate bene la seconda per chi ha ricevuto il monodose J&J che ormai dopo sei mesi ha perso efficacia .
    A parer mio dovrebbe essere una priorita` ,perche potrebbe essere una via in piu` per i contagi.
    Le autorita` sanitarie dovrebbero incrementare la campagna vaccinale dei richiami , il paese e` piccolo e si puo` tenere bene sotto controllo.,l’unico dubbio e` la probabile carenza di vaccini Pfizer ,cosa gia accaduta in Italia . Questa potrebbe essere la causa ,che per rispondere a quel signore ,il vero disatro sono le multinazionali che con la condiscenza dei governi fanno il bello e cattivo tempo.

    Rispondi
  3. Luca says:
    5 mesi ago

    io ho fatto J&J , ho chiamato per aver il booster e mi ha detto che devo aspettare….lo farò in italia a metà dicembre che se aspetto loro ciao

    Rispondi

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