Ogni tanto c’è bisogno di storie che facciano ritrovare fiducia nel prossimo e, soprattutto, nelle istituzioni. Di buone notizie e lieti fini. A raccontarci la propria esperienza positiva nella sanità maltese sono Michele e Claudia Ruta, originari di Siracusa e residenti a Malta da cinque anni, che nei giorni scorsi hanno affrontato una delle prove più dure per un genitore: vedere il proprio figlio star male e rischiare la vita. Fortunatamente, la famiglia ha incontrato sul proprio cammino bravi professionisti e un reparto ospedaliero, quello di pediatria del Mater Dei, organizzato ed efficiente.
Tutto ebbe inizio poco dopo la metà di ottobre, quando il piccolo Richard cominciò a non stare bene: febbre e mal di testa. Sintomi che spinsero mamma Claudia a somministragli un medicinale per far calare la temperatura. Ma non funziona, tant’è che al 12enne arrivò anche la tosse.
«A quel punto gli abbiamo dato anche uno sciroppo per la tosse e delle vitamine – spiegano i coniugi al Corriere di Malta – ma subito dopo gli sono comparsi dei puntini sulla parte bassa delle gambe. Abbiamo quindi deciso di sospendere tutte le medicine, convinti si trattasse di una reazione allergica».
A Richard però il mal di testa non passò. Così, i genitori lo portarono in una clinica a Mosta, dove attesero per circa tre ore. «C’era tanta gente, e abbiamo dovuto aspettare molto. Ne è però valsa la pena. La dottoressa di turno ha visitato attentamente il bambino. In base ai sintomi e ad alcune manovre praticate, ci ha consigliato di andare subito al Mater Dei per sospetta meningite».
Claudia e Michele non persero tempo e si recarono immediatamente in ospedale, dove Richard venne subito preso in carico dal reparto di pediatria. Nel giro di pochissimo tempo la conferma: è meningite, una tra le diagnosi che più spaventa qualunque genitore. «L’hanno subito ricoverato, e sottoposto a esami e prelievi. Appena avuto il referto, hanno immediatamente dato il via alle cure per non far precipitare il suo quadro clinico». Il calvario di Richard durò sei giorni, dal 20 al 26 ottobre. In questo periodo venne sottoposto a numerose cure ed esami, come tac ed ecografie per l’insorgenza di altri dolori.
Ora il 12enne si sta riprendendo nella tranquillità delle mura domestiche, vicino all’affetto di mamma e papà. Michele e Claudia non dimenticheranno facilmente questi ultimi giorni di angoscia, ma al tempo stesso porteranno nel cuore tutte le persone che hanno dimostrato competenza, disponibilità e umanità nei loro confronti, tanto che si sono rivolti al Corriere di Malta per condividere la loro esperienza, e ringraziare pubblicamente non solo i medici, ma le persone dietro ad un camice bianco che li hanno supportati in quei giorni di terribile angoscia: «Vogliamo ringraziare di cuore il dottor David Pace, che ha seguito nostro figlio in tutti i modi possibili e ci ha fatto sentire sempre a nostro agio, come se fossimo a casa. Anche lo staff è stato meraviglioso, presente e disponibile a ogni nostra domanda o necessità. Noi qui a Malta siamo stranieri, ma ci siamo sentiti a casa e tutelati. Di questo saremo sempre riconoscenti» concludono i genitori, sottolineando come, nonostante le barriere linguistiche e culturali, il legame di amicizia e solidarietà non conosce limiti né nazionalità.
Il Corriere di Malta è felice di dar voce a tutti coloro che volessero condividere le proprie esperienze e segnalazioni contattando la redazione all’indirizzo email [email protected] o in alternativa attraverso messenger