Quando ho saputo da mio padre Vitaliano Campione, insegnante di chitarra classica, che il suo amico Agatino Scuderi avrebbe suonato a Gozo in un Solo Guitar Recital, non potevo certo farmi scappare l’occasione di intervistarlo per il Corriere di Malta. L’evento è stato organizzato dal Maestro e direttore di orchestra Colin Attard, direttore artistico del Gaulitana festival a Gozo.
Agatino Scuderi nasce nella mia stessa città, Catania, e si laurea presso il conservatorio “Niccolò Piccinini” di Bari. Ha studiato con artisti del calibro di Alirio Diaz e Linda Calsolaro. Ha inoltre frequentato innumerevoli seminari e master class. Nella sua carriera come chitarrista solista ha suonato in tutto il mondo. Carnegie Hall di New York, Palazzo della chitarra di Tokio, e in tutte le principali città europee, persino al prestigioso Glazunov Museum concert Hall di Mosca.
Innanzitutto grazie per avermi concesso questa intervista, grazie a mio padre Vitaliano Campione ho ricevuto sin da piccolissimo l’imprinting per la musica eseguita con la chitarra classica. Per me Bach e gli autori spagnoli, in primis Tarrega e Segovia, sono una vera e propria colonna sonora della mia vita. Tu come ti sei avvicinato alla chitarra?
Mi sono avvicinato alla chitarra proprio con Bach, in casa c’era una chitarra che veniva suonata da mio fratello che poi è diventato medico, che io suonavo di nascosto. Il primo disco che comprai fu proprio di J.S.Bach, ed io ad orecchio come autodidatta suonavo i suoi brani con la chitarra.
Hai ricevuto diversi premi in concorsi nazionali e internazionali, e hai suonato ovunque nel mondo, qual è il premio o il concerto per il quale vai più orgoglioso?
Nella mia vita che ho interamente dedicato alla musica, ho vinto svariati premi e riconoscimenti in tutto il mondo, sono da poco stato nominato Ambasciatore per la musica alla Sorbona di Parigi, e ho persino tre lauree honoris causa. L’evento al quale tengo di più, quello che mi ha toccato il cuore, non è legato a un premio o a un riconoscimento. Alcuni anni fa mi trovavo a Salem in Nord Carolina (USA) dove c’è un ospedale specializzato nella cura del cancro alla gola, corde vocali, etc.
Una signora di nome Mary Ann, che lavorava all’università della città mi chiese se potessi suonare per una sua casa amica sudafricana malata terminale, che amava la chitarra e la musica spagnola. Nonostante fossi in tournèe dissi subito di si, arrivato nella camera d’ospedale della donna malata iniziai a suonare la mia chitarra. A un certo punto quello che credo fosse il capo reparto mi toccò la spalla, subito pensai di stare disturbando gli altri malati e mi scusai, il medico al contrario mi disse che la musica è un privilegio per tutti, e che non doveva goderne solo Mary Ann. Così sistemammo in un grande corridoio i malati in sedia a rotelle, spostando flebo e persino i respiratori.
Eseguii un vero e proprio concerto che durò un ora e mezza. Vedendo quelle persone piansi molto, molte non erano in grado di parlare, ma di ascoltare si. Uno di loro mi scrisse un biglietto con delle parole meravigliose, buona parte di loro oggi non ci sono più, compresa Mary Ann, che se ne andò di li a poco. Dopo il concerto mi disse che l’effetto della musica di quel concerto faceva più effetto della morfina nel lenire il suo dolore. Ancora oggi durante i miei concerti penso a Mary Ann e a quelle persone, non ai premi alla carriera o alle onoreficenze.
In definitiva per me le cose più belle sono quelle che toccano il cuore, come quel concerto in una terra lontana, oppure quando ho suonato per bambini diversamente abili, gli orfani, nelle carceri, infatti tutti hanno il diritto di ascoltare qualcosa di bello, che faccia dimenticare, anche per poco tempo il dolore. I bambini mi fanno ricordare la mia infanzia, che non è stata felicissima, nato in una famiglia povera e numerosa, ho perso mio padre molto presto, ma la musica mi ha dato tanto, la chitarra mi ha salvato la vita. Con la maturità ho capito l’importanza della tolleranza e dell’amore, concetti che purtroppo oggi sembrano quasi dimenticati.
In questi anni la musica in generale ha subito cambiamenti epocali, come vedi il futuro della musica più antica, e in particolar modo quella eseguita con la chitarra classica?
La musica classica è oggi una musica di nicchia, ma nonostante questo sono nati grandi artisti che ho avuto l’onore di vedere e ascoltare. Io sono cresciuto con Diaz, Segovia era il mio idolo, e tutti gli altri di quel periodo storico, persone di gran cuore, sin dalla prima nota si percepiva la loro generosità e la loro anima pulita.
I giovani musicisti di oggi non hanno sofferto, hanno sempre avuto tutto su un piatto d’argento, una, due, tre chitarre, c’è sempre il papà che mette subito mano al portafogli. Io le chitarre le compravo solo a cambiali. Non ho potuto inizialmente fare un corso regolare di chitarra, vivevo in una pensione a Roma, viaggiavo sul treno in terza classe come un animale, tenendo la mia chitarra avvinghiata a me durante la notte per paura che me la rubassero. Sono storie che racconto ai miei giovani allievi, oggi dal papà chiedono il telefono da 1.000 euro. C’è un’umanità che si deve salvare.
È la tua prima volta a Malta? Cosa ti aspetti dal tuo concerto a Victoria nella splendida Gozo?
Ho già suonato a Malta, il pubblico è notoriamente eterogeneo e competente, ci sono anche molti turisti. L’organizzazione del direttore artistico Colin Attard è di alto livello, ha un grande seguito, e l’evento è ben pubblicizzato.
Sono curioso di conoscere il tuo set up, hai una chitarra che prediligi?
Ho diverse chitarre a secondo quello che devo suonare, due in particolare raggiungono il top, costruite dal maestro Luciano Maggi e a me dedicate, ogni suo strumento è un autentico gioiello. Riesce a coniugare la tradizione con materiali più moderni e progetti innovativi. Un altra grande chitarra, che mi piace molto per il suo timbro, è stata costruita da Garrone, che ha più di novant’anni ed ha ancora un cervello brillante e dotato di grande memoria. Pagherei tutti i soldi del mondo per parlare con lui una mezz’ora, un vero pioniere della liuteria italiana. Ha pubblicato il grande libro pubblicato dalla Berben “La costruzione della chitarra classica”, che tuo padre che è anche un liutaio conoscerà sicuramente. Infine posseggo anche una Lo Verde, costruita dal liutaio catanese ormai scomparso, che mi donò poco prima di morire. Con quest’ultima ho anche inciso un cd intitolato “il malatino”per omaggiarlo di questo suo dono, era una persona semplice e umile.
Il concerto si terrà alle ore 20:00 del 28 agosto presso la Chiesa di Savina a Victoria (Gozo). Il programma prevede: Francisco Tarrega: preludio in MI maggiore (estudio en forma de menueto), lagrima, Adelita (mazurka), preludio in LA minore (a Miguel llobet), Marieta (mazurka), Maria (gavotta). Manuel De Falla: Homenaje a Calude Debussy. Federico Moreno Torroba: sonatina in LA maggiore (allegretto, andante,allegro). Leo Brouwer: elogio de la Danza, (lento – ostinato). Augustine Barrios Mangore’: medallon antiguo, junto a tu corazon aconquija, una limosna por el amor de Dios. Alberto Evaristo Gunastera: sonata Op.47 (lento, scherzo, canto, finale).
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