Solleva preoccupazioni la preparazione di Malta ad affrontare i cambiamenti climatici in corso, per lo meno stando al rapporto presentato in Parlamento dal Revisore generale dei conti Charles Deguara, secondo il quale senza azioni immediate, adeguatamente finanziate e monitorate, il Paese rischia di fronteggiare costi sempre più elevati esponendosi a crescenti fattori di vulnerabilità come inondazioni ed innalzamento del livello del mare.
Lo studio, condotto dal National Audit Office (NAO) ed incentrato sulle politiche di adattamento climatico del governo, esamina le misure adottate dal Paese per aumentare la propria resilienza a fronte di eventi climatici estremi o a lenta insorgenza.
Tra gli elementi positivi evidenziati, figura l’approvazione del Climate Action Act e la recente creazione della Climate Action Authority, che rappresentano un primo passo per rafforzare il quadro istituzionale sebbene non bastino a colmare il vuoto istituzionale lasciato negli anni precedenti. Il governo ha inoltre partecipato a diversi progetti di cooperazione internazionale, tra cui CARDIMED (per armonizzare la raccolta dati e i metodi di valutazione) e MedSeaRise, mirato a raffinare gli strumenti di misurazione del livello del mare nel Mediterraneo.
Un tassello chiave per il futuro è la Valutazione della Vulnerabilità e dei Rischi Climatici (VRA), avviata nel 2021 e completata solo all’inizio del 2025 dopo ritardi dovuti a complessità tecniche. Il documento sarà ora utilizzato per orientare le future politiche e progetti di adattamento.
Nonostante i progressi, il rapporto mette in evidenza importanti carenze nelle strategie e nei piani nazionali, come la Malta Low Carbon Development Strategy e il National Energy and Climate Plan, che spesso non indicano chiaramente i soggetti responsabili, né prevedono scadenze precise o indicatori di performance. Ciò rende difficile il monitoraggio e l’attuazione sistematica delle misure.
Anche i progetti infrastrutturali e di “greening urbano” sono stati oggetto di critica per la mancanza di valutazioni di resilienza climatica: in molti casi non è stato considerato l’impatto potenziale del cambiamento climatico lungo tutto il ciclo di vita dell’opera.
In questo senso, la relazione solleva preoccupazioni legate a progetti infrastrutturali inclusi quelli del programma Project Green da 700 milioni di euro, che procedono senza una valutazione completa della loro resilienza climatica, fattore che espone il Paese a spese pubbliche potenzialmente inefficaci in caso di futuri eventi estremi.
Il finanziamento pubblico all’azione climatica è cresciuto negli ultimi anni, ma il governo non ha ancora stimato i costi reali dell’adattamento. Una valutazione, sebbene basata su scenari proiettivi, sarebbe cruciale per pianificare in modo efficace gli investimenti futuri. Mentre gli eventi alluvionali sono stati relativamente contenuti in passato, fenomeni a lenta insorgenza come l’innalzamento del livello del mare potrebbero richiedere risorse ben più consistenti e una maggiore collaborazione con il settore privato.
Inoltre, la relazione segnala, tra l’altro, l’utilizzo di dati demografici risalenti al 2011 – non aggiornati nonostante l’aumento del 35% della popolazione – che rischiano di indirizzare gli sforzi di adattamento verso aree ormai non più prioritarie.
Le vulnerabilità dei litorali maltesi, aggravate da proiezioni della NASA che stimano un innalzamento del mare di 0,63 metri entro il 2100, restano in gran parte irrisolte. Il progetto europeo C-COVER ha già evidenziato i punti critici lungo le coste, ma il Paese non ha ancora adottato un piano strategico nazionale in questo senso.
Il rapporto del NAO sottolinea che l’adattamento al cambiamento climatico è una sfida tecnica e finanziaria, che richiede un impegno trasversale da parte di tutte le istituzioni pubbliche. In linea con recenti osservazioni della Commissione Europea, l’audit raccomanda di attribuire chiaramente le responsabilità operative nei piani climatici, agire con maggiore tempestività, potenziare la cooperazione tra enti pubblici ed adottare strumenti di monitoraggio e valutazione più efficaci, con costi definiti e trasparenza anche nell’utilizzo dei fondi, molti dei quali – sebbene a disposizione – non sono mai stati utilizzati.
Il National Audit Office invita il governo a prendere in seria considerazione queste raccomandazioni per rafforzare la capacità del Paese di adattarsi ai cambiamenti climatici in atto affinchè i relativi costi non siano subissati da quelli della attuale “inazione”.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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