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Coronavirus – Come cambia la vita degli italiani a Malta: Alfio Navarria e Paolo Carcone de L’Ostricaio

Un'inchiesta a puntate su come l'epidemia ha cambiato la vita dei nostri connazionali a Malta

di Maria Grazia Strano
19 Maggio 2020
in Attualità
Tempo di lettura:3 mins read
0

«Come si paga l’affitto se il ristorante è chiuso?». Lo abbiamo chiesto ai proprietari de L’Ostricaio – Malta, noti ristoranti a base di pesce sull’isola.

Continua l’inchiesta a puntate del Corriere di Malta, con una serie di interviste ai lavoratori italiani impiegati in diversi settori, qui nell’arcipelago maltese.


Alfio Navarria e Paolo Carcone sono gli imprenditori italiani (rispettivamente di Catania e di Roma) che ormai da anni gestiscono con grande entusiasmo i due ristoranti L’Ostricaio, a St Julian e a Mellieha. Insieme a tutti i ristoratori e gestori di bar e caffetterie a Malta, anche loro dai primi di marzo sono stati costretti a chiudere per ordinanza del Governo maltese, adeguatosi ai meccanismi europei per arginare il numero dei contagi da Covid 19.

Che cosa è cambiato nel tuo lavoro dal 7 marzo 2020?

I nostri ristoranti, come del resto tutti quelli di Malta, sono stati costretti a chiudere e dato che tutte le nostre entrate provenivano dall’attività dei due ristoranti, ci siamo ritrovati a dover sospendere ogni tipo di pagamento. Oltre quattordici dipendenti dei due ristoranti stanno beneficiando del sussidio messo a disposizione dal Governo maltese ma, diversamente che in altri Paesi della UE, per le imprese non è stato stanziato alcun fondo, con effetti deprimenti per l’imprenditoria. In effetti, in virtù anche degli ottimi rapporti con i nostri fornitori, tutti si sono resi disponibili ad aspettare tempi migliori per riscuotere o transare le somme dovute. Lavorando assieme da anni, qualcuno ci ha anche detto: “Bisogna per forza aiutarsi altrimenti non si arriva da nessuna parte”.

E per quanto riguarda gli affitti dei locali?

Pur in assenza di specifiche indicazioni normative, siamo stati obbligati a bloccare anche gli affitti. Adesso a pochi giorni dalla nuova riapertura, si ripropone l’esigenza di capire come affrontare il tema, relativamente alle somme non corrisposte per i mesi di marzo e aprile e maggio. I proprietari dei due ristoranti, entrambi maltesi, si sono comportati in maniera diametralmente opposta causando ovviamente effetti conseguenti. Uno ci ha abbonato il 100% delle somme non pagate per i tre mesi, e ci ha inoltre concesso un abbattimento del 50% sui canoni futuri fino alla “normalizzazione delle attività”. Questo ci ha dato ovviamente uno stimolo incredibile e tanta voglia di ricominciare a lavorare come e più di prima. Ci stiamo organizzando anche per modificare il nostro concept e per procurarci altri nuovi spazi limitrofi e/o all’aperto di fronte al nostro locale.

Nell’altro caso invece il proprietario, come ignorando completamente l’esistenza di una pandemia mondiale, ha continuato a fatturarci ogni mese, e per giunta aggiungendo gli interessi legali per il mancato pagamento, senza prevedere alcuna forma di sostegno al rilancio del business: questo atteggiamento, capirete bene, ci ha sottratto ogni voglia di ripartire spingendoci anzi nella direzione opposta; stiamo considerando, con il sostegno dei nostri legali, la possibilità di lasciare l’attività, pur se questo significhi rinunciare a metà del nostro prezioso staff.

Quando pensate che, nel vostro settore, si possa tornare alla normalità?

Ristorazione vuol dire socialità. Le misure di sicurezza purtroppo sono ancora da definire e la ristorazione ha bisogno di organizzare la ripartenza senza dover scegliere tra salute e guadagno. Non sarà un virus a sconfiggerla, ma le decisioni e quindi la soluzione, deve essere istituzionale. Noi non vediamo l’ora di tornare a cucinare per i nostri clienti, la nostra attività prima della crisi era florida e armonica e ci faceva stare bene. Lavoriamo tantissimo ma trovavamo anche gli spazi per svagarci e divertirci tutti insieme. Lo staff de L’Ostricaio è composto da un gruppo di ragazzi molto affiatati: stiamo rimanendo uniti anche in questo momento, pur senza vederci ogni giorno. Una volta aperti porti ed aeroporti e prese le opportune misure sanitarie per tutti gli esercizi turistici (hotel, scuole di lingua, casinò, etc.) siamo certi che il mercato della ristorazione a Malta tornerà ad offrire l’eccellenza per cui è famoso da anni, c’è solo da aspettare un po’ e nel frattempo fare il buon lavoro che i nostri clienti, esigenti, si aspettano. Ai turisti diciamo: “Il nostro scopo è di farvi sentire come a casa vostra. Accoglienza e sicurezza senza dimenticare la qualità che da sempre è la bandiera del nostro ristorante.”

Tags: Alfio NavarriaItaliani a Malta ai tempi del CoronavirusL'Ostricaiolavoro a maltaPaolo Carconeristoranti
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