La famiglia di Daniele Carbone, 34 anni, originario di Ugento (Lecce), ha rivolto un accorato appello alle autorità maltesi affinché venga autorizzato il trasferimento in Italia del giovane uomo per sottoporsi a cure e ad un intervento chirurgico urgente. Carbone è detenuto in una cella del Corradino, di recente condannato in via definitiva a 15 anni e 6 mesi di reclusione per traffico internazionale di cocaina ma, guai giudiziari a parte, a preoccupare sarebbero ora le sue condizioni di salute: drammatiche, a detta dei legali e della famiglia del 34enne.
La vicenda risale al 2023, quando Carbone fu arrestato all’aeroporto internazionale di Malta appena sbarcato da un volo proveniente da Lisbona, con circa sei chili di cocaina nascosti nel bagaglio da stiva. La Corte gli ha inflitto una pena elevata, unitamente a 70mila euro di multa, motivata dall’ingente quantitativo della sostanza trafficata e dalla rilevanza transnazionale del reato, sebbene siano stati esclusi eventuali collegamenti con reti criminali.
In carcere le condizioni di salute di Carbone si sarebbero però aggravate a causa di fistole perianali che gli avrebbe provocato febbre persistente, forti dolori, difficoltà a camminare ed una debilitazione fisica in progressivo peggioramento. Sintomi che, secondo la famiglia, non starebbero ricevendo trattamento adeguato.
«Daniele sta male, aiutateci a farlo rientrare in Italia», è il disperato appello rivolto alle autorità maltesi dal padre del 34enne, Fernando Carbone, che al Corriere Salentino ha raccontato la situazione in cui verserebbe il figlio: «Assume antibiotici da settimane, ma la situazione peggiora. Ora ha anche una grave infezione al sangue e sfoghi sulle braccia». «Da settimane – aggiunge – oltre alla febbre, sono subentrati forti dolori al petto. Siamo molto preoccupati per le sue condizioni di salute».
Gli avvocati della difesa, tra cui il legale Davide Botrugno, hanno dichiarato di aver più volte scritto alle autorità maltesi per ottenere un check up completo ed una valutazione medica da un’équipe indipendente, senza però aver mai ricevuto risposte chiare e documentate da parte delle autorità carcerarie locali. La difficoltà nel verificare le effettive condizioni cliniche di Carbone, unita al suo progressivo peggioramento, ha spinto ora la famiglia a chiederne il trasferimento sanitario in Italia. «La nostra istanza – spiega Botrugno a Rai News – si baserà sull’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, perché al mio assistito viene di fatto negato il diritto alla salute».
(photo credits: Facebook)
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