Il notaio ed ex presidente onorario di Repubblika, Robert Aquilina, è stato convocato dalla polizia per un interrogatorio che si terrà domani presso il Dipartimento investigativo criminale (CID) in relazione alle rivelazioni contenute nel suo libro del 2023 “Pilatus: A Laundromat Bank in Europe”, in cui denuncia gravi episodi di corruzione e riciclaggio di denaro legati allo scandalo Pilatus Bank.
La convocazione è stata ordinata dal magistrato Nadine Sant Lia, secondo quanto riferito dallo stesso Aquilina in una dichiarazione diffusa oggi ai media. Lo scopo dell’interrogatorio, ha fatto intuire, potrebbe essere quello di spingerlo a rivelare le identità delle sue fonti – persone che, a suo dire, hanno avuto un ruolo fondamentale nello svelare una rete di insabbiamenti che avrebbe coinvolto la polizia e l’Avvocatura dello Stato.
«Le mie fonti sono degli eroi. Senza di loro, la verità su ciò che volevano nasconderci non sarebbe mai venuta a galla. Non permetterò mai che vengano perseguitati, anche se dovessi pagarne personalmente le conseguenze», ha dichiarato Aquilina.
La convocazione arriva a pochi giorni dalle dimissioni di Aquilina da tutti i ruoli ricoperti all’interno dell’Ong Repubblika e alla sospensione della sua rappresentanza presso la filiale maltese della Fondazione Giovanni Falcone, a seguito di un altro interrogatorio da parte della polizia in merito a presunte accuse di violenza domestica. Accuse che Aquilina ha respinto con fermezza, puntando il dito a sua volta contro le autorità ree di aver fatto trapelare dettagli riservati sulla vicenda alla stampa locale, per danneggiarlo pubblicamente.
In un comunicato ufficiale, Repubblika ha espresso pieno supporto ad Aquilina, sottolineando l’importanza della tutela legale per gli informatori e per i giornalisti. «Chi denuncia la corruzione è essenziale per qualsiasi lotta seria contro il malaffare. Senza di loro, le ingiustizie resterebbero nascoste», si legge nella nota.
Repubblika ha anche criticato l’attuale legge maltese sulla protezione dei whistleblower, definendola un testo «scritto in modo da intimidirli», e ha ribadito che tanto la Costituzione quanto la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo garantiscono il diritto di un autore a non rivelare le proprie fonti. «Qualsiasi tentativo di calpestare questi principi fondamentali è un affronto alla democrazia e ai diritti di ogni cittadino».
L’organizzazione ha infine promesso di ricorrere a tutti gli strumenti legali a sua disposizione per difendere il diritto alla libertà d’informazione e alla protezione delle fonti.
(immagine di archivio, credits: Facebook)
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