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L’ipocrisia sulla riforma del settore edile: introdotte modifiche per rimediare ai fallimenti dei costruttori

Gli emendamenti sono stati introdotti di soppiatto sotto Natale, senza che i cittadini ne fossero partecipi né a conoscenza. «Perché non volete proteggerci? Chi si assumerà la responsabilità nel caso di altre vittime?» tuona delusa la mamma di Jean Paul Sofia

di Redazione
6 Gennaio 2025
in Temi Caldi
Tempo di lettura:3 mins read
0

Le recenti modifiche al regolamento per la licenza dei costruttori del settore edile hanno scatenato un acceso dibattito, con Isabelle Bonnici, madre di Jean Paul Sofia, il giovane che perse la vita nel crollo di un edificio in costruzione a Kordin, in prima linea nel puntare il dito contro il governo, perché «non si tratta del “colore” politico, ogni vita conta quando si tratta di salute e sicurezza».

Gli emendamenti, introdotti di soppiatto durante il periodo natalizio senza alcuna consultazione pubblica né comunicati stampa, allentano i requisiti per ottenere la suddetta licenza, suscitando preoccupazioni sulla sicurezza nel settore edile, già caratterizzato da troppe tragedie e situazioni da “Far West”.

Secondo le nuove disposizioni, malgrado i corsi di formazione organizzati da enti del settore, i costruttori che falliscono per ben due volte i test teorici per ottenere il prezioso documento essenziale per continuare ad operare potranno richiedere una valutazione basata sull’esperienza, vagliata da un apposito Comitato. Inoltre, un appaltatore non è più obbligato ad assumere un costruttore per supervisionare a tempo pieno un cantiere, consentendogli di svolgere il compito su più siti contemporaneamente.

Queste modifiche che includono, tra le varie “agevolazioni”, anche l’estensione della validità delle licenze fino al mese di giugno, si dice arrivino alla luce dell’alto tasso di fallimenti riscontrati nei test di teoria a risposta multipla introdotti lo scorso agosto, che rischiava di paralizzare l’attività edilizia. Tuttavia, sale la preoccupazione che tali cambiamenti compromettano ulteriormente la sicurezza pubblica e quella dei lavoratori.

In un duro sfogo su Facebook, Bonnici ha definito queste modifiche come un’ulteriore concessione al potente settore dell’edilizia, a scapito della sicurezza. «Quanto tempo ancora si andrà avanti con promesse infrante, mentre persone continuano a farsi male e a morire?» ha scritto la donna, domandando anche chi si assumerà la responsabilità di altre tragedie.

Jean Paul Sofia perse la vita a soli vent’anni nel dicembre 2022, quando un edificio in costruzione su un terreno di proprietà del governo gli crollò addosso senza lasciargli scampo. Un’inchiesta pubblica indetta per stabilire le cause che determinarono la tragedia rivelò numerose superficialità e carenze da parte delle istituzioni, con un cantiere mai fisicamente supervisionato da nessuno i cui lavori venivano diretti via WhatsApp, ritenendo sostanzialmente lo Stato colpevole di aver permesso che si creassero le condizioni per un intero ecosistema – quello delle costruzioni – fallimentare.

Inoltre, come ricordato dalla madre della vittima, quel palazzo sgretolatosi al suolo nel giro di una manciata di secondi era opera di falegnami, e «chissà in quali altre località hanno “costruito” edifici simili!».

Bonnici ha sottolineato come il problema della sicurezza non abbia nulla a che fare con questioni politiche, bensì “umane”, perché «ogni vita conta». Ha invitato i cittadini a fare squadra per chiedere riforme più stringenti e misure che garantiscano standard di sicurezza più elevati.

La donna ha espresso preoccupazioni sul futuro del settore, domandando se si continuerà ad affidare i lavori a «persone non qualificate e non supervisionate, pagate due spicci affinchè le tasche dei potenti continuino a riempirsi». «Perché non volete proteggerci? Chi si prenderà la responsabilità quando perderemo un’altra preziosa vita?» ha incalzato la Bonnici, chiedendo «dove sono ora gli esperti e i politici di buona volontà?».

Infine, ha concluso con un’ulteriore questione: «Permetterete che mio figlio e le altre vittime siano morte invano? Abbiamo il diritto di sapere come questa legge rafforzerà la salute e la sicurezza sul lavoro».

Di tutta risposta, la Building and Construction Authority ha difeso la scelta, affermando che le nuove regole formalizzano, a differenza di prima, il rapporto tra appaltatori e costruttori. «Ora un appaltatore deve assumere oppure contrattualizzare un costruttore autorizzato mediante un incarico formale per i propri servizi. Quest’ultimo dovrebbe essere presente in ogni fase dei lavori di costruzione su tutti i progetti intrapresi dal committente» ha specificato la BCA.

Inoltre, le modifiche introdotte mirano a creare un percorso più accessibile per i lavoratori qualificati che intendono operare del settore.

Tuttavia, l’autorità ha riconosciuto le preoccupazioni sollevate dalla Bonnici e ha ribadito l’impegno a migliorare la regolamentazione del settore, prendendo spunto dalle lacune evidenziate dall’inchiesta sulla morte di Jean Paul Sofia.

(immagine di archivio)

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Tags: appaltatoriBCABuilding and Construction AuthoritycostruttoriediliziaIn evidenzaIsabelle Bonnicilicenza
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