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Proprietari di centri per l’infanzia accusati di gestire un bordello clandestino: guai per una coppia di Santa Venera

di Redazione
17 Giugno 2022
in Giudiziaria
Tempo di lettura:2 mins read
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Una coppia di coniugi di Santa Venera, proprietaria di due centri per l’infanzia, è finita al centro delle indagini degli inquirenti con le pesanti accuse di traffico di esseri umani e gestione di un bordello clandestino a sud dell’isola.

Tutto ha avuto inizio con una soffiata che informava la polizia su presunte attività illecite in un edificio situato a Marsascala, dove gli inquirenti hanno fatto irruzione, trovando effettiva conferma delle segnalazioni che hanno portato all’arresto di uno dei due coniugi e tre donne sudamericane presenti sulla scena, teatro di prostituzione.

Duncan e Francesca Caruana, rispettivamente 35 e 29 anni, proprietari dei due centri “Happy Faces Childcare” di Mosta e Swieqi, che offrono servizi di assistenza per l’infanzia, sono stati travolti da accuse pesantissime, i cui affari sembrerebbero affondare radici in ambiti decisamente torbidi, molto lontani dal candido mondo dei bambini.

È infatti a Marsascala che gli agenti delle forze dell’ordine hanno concentrato le attenzioni, notando un insolito via vai di uomini concentrato nei pressi di uno specifico edificio. All’interno, ad attenderli, ci hanno trovato tre donne, tutte provenienti dal Sudamerica.

Due di loro hanno poi dichiarato di essere venute a Malta con l’intento di guadagnare qualche soldo con la prostituzione, mentre invece la terza era totalmente schiava del racket. Cinquanta euro per mezz’ora di prestazioni, cento un’intera ora: queste le tariffe destinate ai clienti, la cui metà sarebbe finita nelle tasche dei Caruana.

A gestire le finanze, secondo quanto riferito dalla polizia, sarebbe stato lo stesso Duncan Caruana che, in tribunale, oltre a negare le accuse, ha anche dichiarato di essere attualmente disoccupato, nonostante sul suo profilo Facebook sembri sfoggiare ben altro stile di vita.

Gli investigatori a lavoro sul caso, ipotizzano che i loschi affari coinvolgerebbero entrambi i coniugi, con la moglie che sarebbe stata solita preoccuparsi di gestire l’agenda degli appuntamenti a luci rosse, coordinando le donne sull’apertura delle porte ai clienti. Per queste ragioni, tutti e due sono finiti sotto custodia cautelare e dovranno ora rispondere di sfruttamento dei proventi della prostituzione, gestione di una casa chiusa e traffico di esseri umani. Accuse di cui i due si sono dichiarati non colpevoli.

I coniugi hanno poi chiesto in sede legale, di poter mantenere riservata la propria identità al fine di salvaguardare i loro tre figli piccoli da un potenziale shock mediatico eccessivamente violento. Richiesta che è stata però respinta dal magistrato incaricato per mancanza di valide ragioni legali.

Infine, nella giornata di giovedì è arrivata anche la comunicazione del Ministero dell’Istruzione, che ha deciso di ritirare la licenza ai due centri di assistenza per l’infanzia di cui la coppia è proprietaria e che venerdì mattina dovrebbero chiudere i battenti.

L’amministratore delegato delle due attività risulterebbe essere Francesca Caruana, che ne risponde legalmente in toto a causa dei precedenti legali del marito che, secondo quanto riportato da MaltaToday, ha già affrontato numerose accuse in passato, tra cui furto aggravato e traffico di droga, per la maggior parte delle quali è stato assolto, salvo un procedimento legale avviato nel 2010 e ancora in attesa di sentenza.

 

(photo credits: Facebook)
Tags: asili nidocasa chiusaDuncan CaruanaFrancesca CaruanaIn evidenzaMalta Police ForceMarsascalaprostituzioneTribunale
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