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MED9 a Malta, leader dei Paesi mediterranei chiedono più sforzi all’UE per contrastare partenze migranti

di Redazione
29 Settembre 2023
in Politica
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È giunto al termine l’incontro dei Capi di Stato e di Governo di Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Portogallo, Slovenia, Italia e Malta che, insieme al Segretario di Stato per gli Affari Europei della Spagna, si sono incontrati oggi a Valletta, in occasione del decimo Vertice del Paesi dell’UE a sud del Mediterraneo (MED9).

Un incontro dal quale è emersa la volontà congiunta di trovare e mettere in campo soluzioni innovative e strategiche basate sul dialogo, che contribuiscano allo sviluppo di politiche europee globali volte a promuovere la pace, la stabilità e la prosperità. Dichiarazioni elencate nei vari punti cardine presenti nel comunicato diffuso a conclusione del vertice.

credits: DOI / Ufficio del Primo Ministro

La questione del Mediterraneo

I leader del MED9 hanno rimarcato l’importanza di sviluppare e rafforzare le relazioni strategiche e sinergiche tra l’Unione Europea ed i Paesi “vicini” a sud del Mediterraneo, continuando al contempo a promuovere una governance rafforzata anche tramite l’organizzazione di incontri tra capi di Stato e di governo UE insieme ai suddetti Paesi con riunioni ministeriali e settoriali.

«Questo impegno dovrebbe identificare soluzioni comuni per le sfide condivise su entrambe le sponde del Mediterraneo, comprese quelle derivanti dalle tendenze globali e, con lo stesso spirito, sfruttare le opportunità condivise per il reciproco vantaggio» hanno affermato i MED9, garantendo che «continueremo a incoraggiare il pieno coinvolgimento e impegno di tutti gli Stati membri dell’UE, delle istituzioni e dei servizi dell’UE».

Conflitto Russia-Ucraina

Sempre Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Portogallo, Slovenia, Italia, Malta e Spagna hanno condannato la Russia per i continui attacchi contro l’Ucraina, riaffermando la volontà di continuare a sostenere l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale di quest’ultima all’interno del suo territorio, avviando al contempo la riparazione, il recupero e la ricostruzione del Paese colpito dalla guerra, in coordinamento con i partner internazionali. Un pensiero anche ai prigionieri di guerra, affinchè vengano trattati in conformità con la Convenzione di Ginevra e a tutte le persone allontanate con la forza – in particolare i bambini – poiché vengano rimpatriati in condizioni di sicurezza ed il più presto possibile.

I leader hanno sottolineato che gli effetti del conflitto hanno messo a rischio la sicurezza nel Sahel e nel Nord Africa, e stanno avendo un impatto negativo anche su quella nel Mediterraneo e, di conseguenza, su quella dell’UE.

Il tutto aggravato dall’insicurezza degli approvvigionamenti alimentari che continuano a richiedere sforzi globali coinvolgendo anche le corsie di solidarietà come i porti greci di Salonicco e Alessandropoli nell’Egeo.

«Compromettendo i rifornimenti dei cereali nel Mar Nero, la Russia ha ulteriormente esacerbato la crisi della sicurezza alimentare globale. In questo contesto, continueremo a sostenere l’impegno dell’UE nei confronti dei Paesi colpiti, in particolare attraverso le corsie di solidarietà dell’UE che rimangono determinanti nel rafforzare la sicurezza alimentare globale» si legge nel comunicato congiunto dei MED9, che hanno sottolineato la volontà di instaurare una cooperazione sempre più stretta che preveda anche un’apertura verso i Paesi a sud del Mediterraneo, compresi quelli dell’Africa sub-sahariana.

Il “problema di Cipro”

I leader hanno inoltre promesso di impegnarsi nel trovare una soluzione globale al «problema di Cipro», in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in linea con i principi su cui si fonda l’UE.

A tal fine, hanno chiesto una rapida ripresa dei negoziati e la nomina di un inviato delle Nazioni Unite che fornirà un sostegno fondamentale a questo processo.

«Il contributo concreto della Turchia alla ripresa e allo svolgimento dei negoziati per una soluzione globale del problema di Cipro nel quadro delle Nazioni Unite rimane cruciale a questo riguardo» hanno dichiarato i MED9, aggiungendo: «Riteniamo che l’allentamento delle tensioni, il rispetto del diritto internazionale e la promozione delle relazioni di buon vicinato siano essenziali per la stabilità e la cooperazione regionale», pertanto «Non vediamo l’ora di discutere le relazioni UE-Turchia».

Lo spinoso tema dei migranti

Sulle sfide rappresentate dai sempre più frequenti sbarchi di migranti irregolari in Europa, i leader del MED9 hanno espresso la necessità di intensificare i negoziati sul patto sulla migrazione e l’asilo per raggiungere un accordo prima della fine dell’attuale legislatura. «Questo accordo deve fornire le necessarie garanzie che le esigenze dei Paesi in prima linea nel Mediterraneo saranno adeguatamente soddisfatte» hanno dichiarato i leader, sollecitando l’UE ad intensificare gli sforzi per prevenire le partenze, migliorare il tasso di rimpatri dei richiedenti asilo respinti e di altri cittadini di Paesi terzi che non hanno il diritto legale di rimanere nell’Unione Europea, rispettando nel contempo la tutela dei diritti fondamentali e obblighi internazionali.

A questo si aggiunge l’ulteriore lavoro per rafforzare gli aspetti giuridici e operativi della sorveglianza delle frontiere esterne, smantellare ed interrompere le reti criminali che favoriscono l’immigrazione irregolare e impedire la partenza delle navi che non rispettano le norme di sicurezza internazionali.

«L’UE e gli Stati membri devono lavorare congiuntamente sulla dimensione esterna della migrazione per raggiungere gli obiettivi fissati nei piani d’azione per il Mediterraneo, l’Atlantico e i Balcani occidentali e per garantirne l’effettiva attuazione» hanno dichiarato i premier dei nove Paesi del MED9, sottolineando ancora una volta la necessità di creare un fronte di apertura verso «tutti i nostri vicini nel Mediterraneo, verso il continente africano e verso i principali Paesi di origine e di transito, e per costruire partnership globali e strategiche con questi Paesi terzi basati sulla fiducia reciproca».

Cambiamento climatico

In merito ai gravi disastri naturali ed eventi meteorologici estremi, la maggior parte dei quali causati dal cambiamento climatico, che portano a ingenti perdite di vite umane e di mezzi di sussistenza che mettono in ginocchio l’economia dei Paesi colpiti, soprattutto di quelli che affacciano sul Mediterraneo, i leader hanno espresso la necessità di approfondire scientificamente l’impatto dei cambiamenti climatici sui settori cruciali come quello sanitario ed alimentare, rafforzando la resilienza dell’Unione Europea e la capacità di risposta alle crisi e alle emergenze, che comprende anche la messa in atto della Protezione Civile europea e coinvolgendo anche partner extra-UE.

Risorse naturali e decarbonizzazione

Priorità anche alla protezione delle risorse naturali e idriche, dei terreni agricoli, degli ecosistemi marini e costieri, delle foreste e della ricca biodiversità della regione europea. In questo senso, i MED9 hanno affermato la necessità di trovare «soluzioni innovative, coordinate e sostenibili a livello regionale e comunitario che siano efficaci e tengano conto delle nostre peculiarità», basandosi su una transizione ecologica verso la neutralità climatica dell’UE fissata entro il 2050 che sia in grado di affrontare gli attuali problemi legati al cambiamento climatico, trasformando al tempo stesso le minacce climatiche in opportunità di crescita per i singoli Paesi.

«La nostra regione è dotata della capacità di generare energia rinnovabile dalle risorse eoliche e solari e la decarbonizzazione dell’Unione può essere garantita attraverso il completamento delle interconnessioni energetiche nell’UE e una maggiore cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo, trasformando la regione in un hub di corridoi energetici “green”».

La visione condivisa dei MED 9 nel settore energetico chiede un impegno attivo congiunto la Commissione Europea per «capitalizzare e combinare le competenze in questo sforzo regionale che porta a benefici sociali ed economici a livello europeo, sfruttando al massimo le nostre risorse, e anche attraverso una rapida riforma della struttura del mercato elettrico per prevenire prezzi eccessivi dell’energia, promuovendo la competitività industriale e rafforzando la sicurezza dell’approvvigionamento».

Il nove Paesi che compongono il MED 9 rappresentano un terzo degli Stati membri dell’UE e, attraverso i vari vertici come quello di oggi e come il precedente tenutosi ad Alicante nel dicembre 2022, oltre ad altri incontri di coordinamento informali come quello dei ministri responsabili dell’energia, dell’economia digitale e delle questioni europee che ha avuto luogo di recente sempre a Malta, intendono «lanciare la propria visione per la regione del Mediterraneo in varie aree settoriali», con l’obiettivo di stimolare «un’azione regionale coordinata e unificata che potrebbe accelerare l’agenda comune». Il nostro prossimo vertice si terrà a Cipro.

 

(cover photo credits: DOI / Alan Saliba)
Tags: Giorgia MeloniIn evidenzaMaltaMED9Robert Abela
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