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Inchiesta Jean Paul Sofia: governo boccia la “sfiducia” a tre ministri laburisti proposta dal PN

Per il Primo ministro Robert Abela non hanno alcuna responsabilità nella tragedia

di Federico Valletta
15 Marzo 2024
in Nazionale
Tempo di lettura:2 mins read
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Nessun ministro laburista verrà silurato. Per buona pace dei nazionalisti. Giovedì il Parlamento ha infatti modificato una mozione proposta dall’opposizione, nella quale venivano chieste le dimissioni dei ministri Miriam Dalli, Stefan Zrinzo Azzopardi e Silvio Schembri, approvando gli emendamenti proposti dal partito di maggioranza con 41 voti a favore e 32 contrari.

Riepilogando, il capogruppo laburista Naomi Cachia ha presentato un insieme di emendamenti alla mozione, tra cui la rimozione delle clausole sulle dimissioni dei ministri. Ma non solo: altre modifiche includono anche l’istituzione di una commemorazione per tutte le vittime dei “cantieri della morte”, l’attuazione delle raccomandazioni per migliorare gli standard del settore e un dibattito sui risultati ottenuti.

La seduta è proseguita tra le polemiche, con il PN che ha proposto contro-emendamenti alla sua stessa mozione volti a concentrare le attenzioni sui risultati del report sull’inchiesta pubblica della tragedia di Kordin e sulle “falle” del governo che hanno portato alla morte di Jean Paul Sofia, senza divagazioni. Oltre a delle scuse formali da parte del governo, per aver votato contro l’inchiesta pubblica,  la messa in atto di tutte le raccomandazioni fornite e ovviamente ancora i voti di sfiducia per i ministri già citati, responsabili degli Enti statali che hanno avuto un ruolo nella realizzazione del cantiere in cui perse la vita Sofia.

Le critiche maggiori alla mozione dei nazionalisti sono arrivate dal Primo Ministro Robert Abela, che ha bollato il documento ritenendolo sostanzialmente “inutile”, sottolineando che il giorno della pubblicazione dell’inchiesta, lui stesso aveva presentato al Parlamento un piano d’azione per riqualificare il settore edile.

Abela ha poi attaccato l’opposizione accusandola di voler strumentalizzare la morte di Sofia a scopi politici, aggiungendo che il documento sull’inchiesta pubblica non menziona nessuno dei ministri ai quali viene chiesta la sfiducia.

Il Premier ha difeso Zrinzo Azzopardi per aver mosso i primi passi per riformare il settore edile, aggiungendo che Dalli non era nemmeno un membro del parlamento nel 2019, quando Malta Enterprise approvò il progetto di Kordin. Su Schembri, Abela ha aggiunto che è stato nominato ministro responsabile per INDIS durante l’ultima fase dell’assegnazione dei terreni governativi al sito di costruzione.  «L’inchiesta – ha commentato – ha detto chiaramente che non c’era nessuna relazione tra l’assegnazione del terreno e il crollo della costruzione».

Passando al contrattacco, Abela ha puntato il dito sulle passate amministrazioni del PN, citando incidenti mortali nel settore edile avvenuti sotto la loro guida e criticando l’assenza di inchieste pubbliche.

Lo scontro politico ha poi visto l’intervento di Bernard Grech. Il capogruppo dell’opposizione ha messo l’accento sulle svariate volte in cui lo stesso Premier ha affermato che non avrebbe avviato alcuna inchiesta pubblica sulla tragedia di Kordin, sottolineando che la conclusioni riportate nell’inchiesta ritengono «il governo responsabile di ciò che sta accadendo, degli errori che hanno provocato tragedie nazionali nei cantieri e nelle case. Il Primo Ministro in qualità di responsabile del gabinetto, quali responsabilità si assumerà?».

Infine, Grech ha criticato aspramente il richiamo di Abela ad altre tragedie avvenute negli anni passati: «Più scavate nel passato, più dimostrate di avere le spalle al muro. Il tempo delle discussioni è terminato. Ora bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità e si passi all’azione».

 

(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
Tags: Bernard Grechinchiesta pubblicaJean Paul SofiaKordinMiriam DalliPartito LaburistaPartito NazionalistaRobert AbelaSilvio SchembriStefan Zrinzo Azzopardi
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