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Le aziende del gaming ancora in affanno, ma «il Governo inizia a reagire»

Intervista esclusiva a Enrico Bradamante che, dall'ICE London, commenta le tensioni nella gaming community maltese

di Giampiero Moncada
11 Febbraio 2020
in Gaming, News
Tempo di lettura:2 mins read
0

Il nostro inviato a ICE London ha incontrato Enrico Bradamante, portavoce di iGEN, che commenta la reazione del Governo maltese alle problematiche che la categoria ha più volte sollevato negli scorsi mesi.

Un primo risultato l’hanno ottenuto all’inizio di quest’anno: la legge che regolamenta gli affitti ha messo fine al Far West che proprio sulle colonne di questo giornale Enrico Bradamante aveva denunciato a nome di iGEN, l’associazione delle aziende del gaming che hanno sede a Malta.

Il problema era molto sentito dalle aziende che avevano scelto Malta per le proprie attività, magari trasferendosi da Londra o da un altro Paese europeo. E che negli ultimi anni si sono visti i costi crescere molto più del previsto, soprattutto a causa della situazione immobiliare.

Il Corriere di Malta ha incontrato Bradamante a Londra, dove ha partecipato ad ICE London, la più importante manifestazione organizzata in Europa per il settore gaming.

Qui a Londra lei ha partecipato a una tavola rotonda sul comportamento dei giornali nei confronti del gaming. E ha lamentato che anche a Malta la stampa è ostile vostro settore. Eppure si tratta della seconda o terza voce del pil, in competizione con la Finanza.

BRADAMANTE  Per i maltesi, il gioco è “un male necessario”. Non dimentichiamo che è un Paese fortemente cattolico e giocare è visto comunque come un’attività poco etica. Ma la stampa non critica tanto questo aspetto quanto, piuttosto, le infiltrazioni malavitose e della mafia. E dobbiamo ammettere che questi problemi sono spesso legati all’Italia, o almeno ad alcune regioni d’Italia. Inoltre, non tutta la popolazione avverte i vantaggi del grosso business che la nostra industria porta al Paese. Perché se è vero che occupiamo direttamente ben 7mila persone e che aziende con centinaia di dipendenti danno vita a un indotto significativo, compreso quello immobiliare, è anche vero che il costo della vita è aumentato per tutti, anche per chi non lavora in questo settore. Così, il caro affitti non colpisce solo le aziende ma anche i comuni cittadini.

Il problema del caro-affitti, comunque, siete riusciti a risolverlo.

BRADAMANTE  Non esattamente. Diciamo che le nostre pressioni hanno indotto il Governo a intervenire con una consultazione pubblica alla quale abbiamo partecipato anche noi con delle nostre proposte. Proposte che in parte sono state anche accolte e inserite in questa legge. Ma il problema immobiliare riguarda anche altri aspetti. Per esempio, la pianificazione delle unità immobiliari: un costruttore deve per legge realizzare la maggior parte degli appartamenti con due o tre camere da letto. Ma i dipendenti delle nostre aziende sono soprattutto giovani, con esigenze diverse. Quindi, si ritrovano un’offerta di appartamenti sovradimensionati con costi eccessivi per loro.
Altro problema riguarda le scuole, che sono insufficienti per accogliere i figli dei nostri dipendenti.

Ma di recente su questo il Governo è intervenuto, no?

BRADAMANTE  Sì, stanno ristrutturando un ex edificio militare che dovrà ridimensionare il problema già dal prossimo anno scolastico. Ma è evidente che non sarà sufficiente. E tutti questi problemi hanno una ricaduta anche sul costo del lavoro, che è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Alcune aziende stanno valutando delle alternative a Malta. E c’è chi ha già fatto le valigie: Yggdrasil ha già spostato in Polonia parte della sua azienda, insieme a 30 dipendenti.

Tags: Enrico BradamanteICE London
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