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Inchiesta pubblica Jean Paul Sofia: in dodici mesi «pienamente implementato» il 22% delle raccomandazioni

Sebbene siano stati indubbiamente compiuti progressi per riformare il settore edile, il dato stona con quello del 96% fornito dal governo

di Redazione
13 Marzo 2025
in Attualità
Tempo di lettura:3 mins read
0

Pare esserci un po’ di confusione attorno ai reali progressi compiuti nel settore edile dopo la pubblicazione dell’inchiesta pubblica istituita per far luce sulla tragedia che costò la vita a Jean Paul Sofia, il giovane morto sotto le macerie di un edificio in costruzione crollato al suolo in un cantiere di Kordin nel dicembre del 2022.

Lunedì, un sotto-comitato del Gabinetto coordinato dal capo della segreteria dell’Ufficio del Primo Ministro Mark Mallia e composto dai ministri Silvio Schembri, Clint Camilleri, Byron Camilleri e Jonathan Attard, ha indetto una conferenza stampa invitando i giornali maltesi per condividere le misure messe in atto sulla base delle raccomandazioni fornite dal documento.

Leggi anche – Jean Paul Sofia: l’inchiesta conferma numerose “superficialità” e “carenze” delle istituzioni

Nel cercare di comprendere anche noi quali fossero le novità, i progressi e i risultati tangibili ottenuti a distanza di un anno, data la rilevanza dell’argomento che non dovrebbe conoscere nazionalità, ciò che immediatamente balza all’occhio è una sorta di confusione rispetto a quanto dichiarato nel comunicato stampa pubblicato a margine dell’incontro dal Dipartimento di informazione (come di solito accade in questi casi), e ciò che dichiarano alcuni media maltesi presenti all’incontro.

Per esempio, nel comunicato del governo si apprende, letteralmente, che «il rapporto dell’inchiesta pubblica conteneva 39 raccomandazioni, di cui il 96% è già stato realizzato, mentre le restanti sono in fase di attuazione». Un successone, pare. Tuttavia, leggendo Times of Malta o Newsbook, per esempio, si apprende che in realtà solo un quinto (22%) di quelle raccomandazioni è stato «pienamente implementato», mentre un ulteriore 47% si trova in «fase avanzata», un altro 27% «nelle prime fasi di attuazione» e il 4% «non ancora preso in considerazione». Anche Malta Today, sebbene nel titolo chiosi che «quasi tutte le raccomandazioni sono state implementate», poi nel corpo dell’articolo specifica, prendendola più alla larga, che «il 74% è stato attuato parzialmente». Sulla stessa linea il Malta Independent.

Non si tratta, questo, di un eccesso di zelo, di un esercizio di pignoleria mosso dalla smania di ricercare una chissà quale dovizia di particolari, bensì di onestà, chiarezza comunicativa da restituire nei confronti di un pubblico più vasto, che a quella conferenza stampa non era presente e che se dovesse fermarsi a leggere solo il comunicato stampa diffuso dal governo, avrebbe una percezione molto approssimativa e, a prescindere dai progressi per fortuna registrati, sicuramente distorta rispetto a quella che è poi la realtà, su un tema enormemente importante, che riguarda tutti.

Detto ciò, lo stesso comunicato prosegue poi con l’elenco di tutto ciò che è stato compiuto negli ultimi dodici mesi per migliorare la sicurezza e la regolamentazione nel settore delle costruzioni e per scongiurare il ripetersi di tragedie.

Il sotto-comitato del Gabinetto in conferenza stampa, credits: DOI / Omar Camilleri

Tra le varie riforme, l’istituzione del numero di emergenza 138 attraverso il quale i cittadini possono segnalare irregolarità nei cantieri, l’assistenza legale gratuita per le persone vittime di problematiche legate all’edilizia, poi il rafforzamento dei controlli e quindi dell’applicazione delle normative in tema di sicurezza. Un altro intervento chiave è stato l’aggiornamento della legge sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro approvata la scorsa estate, per garantire maggiori tutele nei cantieri e ridurre i rischi per i lavoratori. Parallelamente, sono state introdotte nuove regolamentazioni per la tutela degli edifici esistenti, con emendamenti che regolano le strutture indipendenti e un miglioramento nei processi di assegnazione dei terreni industriali.

Un Comitato interministeriale, inoltre, ha promosso riforme mirate alla formazione dei lavoratori del settore edile, garantendo che chi opera nei cantieri disponga delle competenze adeguate per svolgere il proprio lavoro in sicurezza, per questo è stato introdotto l’obbligo di licenza per costruttori e appaltatori. Altri progressi registrati nell’ultimo anno sono stati l’adozione del codice nazionale dell’edilizia e delle costruzioni, frutto di un accordo con i principali operatori del settore, e la collaborazione stretta tra i principali organismi di controllo, in particolare tra l’Autorità per la Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro (OHSA) e l’Autorità per l’Edilizia e le Costruzioni (BCA) che, come accennato in precedenza, si è tradotta in un incremento del personale e quindi nel rafforzamento dei controlli nei cantieri.

Il governo ha ribadito il proprio impegno a innalzare gli standard nel comparto edile, sottolineando che la tragedia di Jean Paul Sofia ha segnato un punto di svolta nella consapevolezza della necessità di una profonda riforma del settore.

(in copertina, photo credits: Facebook / Ghal Jean Paul)

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Tags: ediliziainchiesta pubblicaJean Paul Sofiasettore edilizio
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