Aveva dato in escandescenze al pronto soccorso del Mater Dei, insultando il personale sanitario e aggredendo gli agenti intervenuti per calmarlo, ma il tribunale ha dichiarato nullo l’arresto di Anton Joseph Debono, 24 anni, poiché il giovane non era stato informato del motivo del fermo, in violazione dell’articolo 355 del Codice penale che impone alle forze dell’ordine di comunicare immediatamente le ragioni dell’arresto a chi viene privato della libertà personale.
Secondo quanto ricostruito in aula, Debono — nato a Mosca e residente a Malta — si era recato al pronto soccorso per farsi medicare una frattura e una ferita profonda al braccio destro, riportate in un precedente incidente. In attesa di essere operato, avrebbe inveito contro alcuni membri dello staff, pronunciando frasi dalle sfumature razziste come «gli indiani sono meglio di voi», spingendo gli operatori e la sicurezza a chiedere l’intervento della polizia.
Durante il fermo, uno degli agenti lo avrebbe accidentalmente afferrato proprio dal braccio medicato, provocandogli dolore e la riapertura della ferita. A quel punto, il ventiquattrenne avrebbe reagito con rabbia, sferrando una testata a un agente e ferendolo lievemente. Il 24enne è stato quindi immobilizzato, ammanettato e adagiato su una barella, ma — come accertato in aula grazie ai filmati delle bodycam — solo oltre un’ora più tardi gli sarebbe stato comunicato il motivo dell’arresto.
Il tribunale ha stabilito che, pur essendo chiara la ragione del fermo, la mancata comunicazione tempestiva ne rendeva la procedura illegittima. Nel provvedimento, si sottolinea che «il rispetto delle garanzie procedurali non può venire meno neppure in situazioni concitate», dichiarando l’arresto privo di validità.
Debono, che in aula ha respinto le accuse di aggressione, minacce, resistenza a pubblico ufficiale e disturbo della quiete pubblica, resta comunque imputato per tali reati. Dalle carte giudiziarie emerge inoltre che il giovane era già stato coinvolto in un diverso procedimento penale nel 2024, non collegato a questo episodio.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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