Ian Borg, vicepremier e ministro degli Esteri e del Turismo maltese, ha reso pubblica la sua scelta di candidare il presidente statunitense Donald Trump al Premio Nobel per la Pace, il cui vincitore sarà annunciato venerdì mattina in conferenza stampa presso l’Istituto norvegese.
Per farlo, Borg ha scelto i social, pubblicando la foto dell’incontro di due settimane fa a New York e spiegando di aver consegnato a Trump «una lettera scritta a mio nome» in cui lo informava della sua nomina e lo esortava a proseguire l’impegno per il Medio Oriente e l’Ucraina. Ha collegato la sua decisione al ruolo che addebita a Trump nella mediazione del negoziato raggiunto questa estate tra Armenia e Azerbaigian e alla «maggiore spinta verso la pace» che, a suo dire, si sta intravedendo.
La mossa di Borg arriva in un clima internazionale in cui più attori — singoli leader, parlamentari e governi — hanno già avanzato o espresso pubblicamente sostegni analoghi alla candidatura di Trump, autodefinitosi il “presidente della pace”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo ha nominato ufficialmente a luglio, prima ancora lo fece il presidente del Congo Félix Tshisekedi, poi il premier cambogiano Hun Mane a seguito dei vari negoziati e, nelle ultime ore, subito dopo l’annuncio del tycoon sull’accordo sulla prima fase di Gaza, lo hanno fatto, tra gli altri, anche il presidente di Israele Isaac Herzog e quello argentino Javier Milei.
Reazioni anche dall’Italia, con il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che in un’intervista in radio sulla nomina di Trump al Nobel per la Pace ha affermato: «sembrava una boutade qualche mese fa», ma adesso «se riuscisse a raggiungere l’obiettivo della pace in Medio Oriente, certamente i titoli li avrebbe».
Nonostante questi endorsement, gli osservatori restano cauti sulla reale possibilità che il Comitato norvegese possa scegliere un candidato tanto polarizzante, che non ha mai fatto mistero di ambire al Premio per avere – come spesso ripete – «risolto sette guerre in nove mesi alla Casa Bianca».
A Malta, l’annuncio di Borg ha raccolto parecchie critiche perfino all’interno della stessa maggioranza, mentre il presidente del Partito Laburista, tramite Times of Malta, ha preso le distanze dall’iniziativa, sottolineando come la figura di Trump non corrisponda ai criteri morali che dovrebbero guidare un riconoscimento di tale portata.
(photo credits: Facebook / Ian Borg)
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